Covid, l'ex commissario Arcuri a processo per abuso d'ufficio: mascherine pericolose e acquistate con modalità sospette

Cadute invece le iniziali accuse di corruzione e peculato. Imputati anche l'ex giornalista Rai Mario Benotti, il manager pubblico Antonio Fabbrocini e l’imprenditore Vincenzo Tommasi

Cadute le accuse di corruzione e peculato spunta quello di abuso d'ufficio. Protagonista nel caso mascherine è Domenico Arcuri, ex commissario durante la pandemia e imputato assieme all'imprenditore ed ex giornalista Rai Mario Benotti, il manager pubblico Antonio Fabbrocini e l’imprenditore Vincenzo Tommasi. Per Benotti, vero e proprio deus ex machina, l’accusa è di traffico di influenze illecite mentre per Fabbrocini di frode nelle pubbliche forniture, falso e abuso d’ufficio. Arcuri, nominato dall'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure durante la pandemia, sarà in aula il prossimo 15 settembre.

Covid, l'ex commissario Arcuri a processo per abuso d'ufficio sulle mascherine

Incastrato nel caso mascherine anche l'ex giornalista Rai Mario Benotti, il quale "in concorso con altri, sfruttava le proprie relazioni personali e occulte con Arcuri, ex commissario per l'emergenza sanitaria, ottenendo che quest'ultimo assicurasse ai partner di Benotti un'esclusiva in via di fatto nell'intermediazione delle forniture di maschere chirurgiche e dispositivi di protezione individuali". 

Circa 800 milioni di forniture cinesi al centro dell'inchiesta attraverso le quali l'ex commissario è accusato di frode. I dispositivi di protezione sono stati pagati circa un miliardo e 251 milioni di euro. Il rapporto tra Benotti ed Arcuri sarebbe stato fondamentale affinché avvenissero le transazioni, spiegano gli inquirenti. I rapporti tra i due hanno favorito in terza persona alcune imprese, mentre l'ex commissario avrebbe nella "qualità di pubblico ufficiale e in concorso con Fabbrocini e in unione e concorso per mutuo accordo con l’imprenditore Vincenzo Tommasi (titolare della Sunsky Srl di Milano, ndr)" costituito "intenzionalmente, in capo al Tommasi, con ciò abusando del loro ufficio, un’illecita posizione di vantaggio patrimoniale".

I magistrati scrivevano anche che "l'esame fisico/chimico delle mascherine e dei dispositivi di protezione acquistati, compiuto tanto dall’Agenzia dogane di Roma, ha dimostrato che gran parte" dei dispositivi "non soddisfano i requisiti di efficacia protettiva richiesti dalle norme Uni En e addirittura alcune forniture sono state giudicate pericolose per la salute".