Covid, Tribunale di Firenze assolve pasticcere, al lavoro senza Green pass: "Fatto tenue, non punibile"
Con queste motivazioni il giudice Anna Aga Rossi ha assolto un 37enne pasticcere che, durante dei controlli dei Nas aveva esibito il Green pass del fratello. Una sentenza che può fare giurisprudenza
Cominciano ad aumentare le notizie di assoluzione in tema Covid e Green pass. Il Tribunale di Firenze ha assolto un pasticcere del capoluogo toscano che si era presentato al lavoro senza Green pass. La rilevazione lo scorso gennaio 2022 quando i Nas durante i controlli hanno scoperto il dipendente senza il proprio certificato verde: un fatto che attestava la non vaccinazione. Il giudice Anna Anna Aga Rossi ha deciso per l'assoluzione di quest'ultimo perché il reato non è considerato "punibile", essendo "tenue".
Covid, Tribunale di Firenze assolve pasticcere, al lavoro senza Green pass
Una sentenza che può far giurisprudenza. Ai tempi, il green pass era obbligatorio. Senza di esso non si poteva praticamente far nulla e tantissime persone hanno dovuto rinunciare alla loro vita lavorativa e sociale nonchè allo stipendio perché si sono rifiutate di sottoporsi al vaccino anti-Covid. A questo pasticcere di Firenze è successa la stessa sorte, dopo che un giorno lavorativo qualunque si è trasformato in un incubo, sfociato nel deferimento dai Nas all'autorità giudiziaria e solamente quasi un anno e mezzo dopo nell'assoluzione.
Era il gennaio 2022 e la pandemia cominciava a diradarsi lasciandosi dietro di se i momenti più drammatici. Ma era ancora il periodo del governo Draghi e dell'obbligo di Green pass, o addirittura Green pass rafforzato, indispensabile per accedere nei locali pubblici e privati. Un uomo di 37 anni, pasticcere a Firenze, e tra i tanti restii all'inoculazione era stato colto in flagrante durante dei controlli esibendo un Green pass che non era suo, ma di suo fratello. Lo stratagemma ha funzionato per un po' di tempo, fino a quel dannato momento.
Il pasticcere è stato quindi denunciato e la denuncia si è trasformata in un calvario sfociata in un processo penale. Ora, a distanza di più di un anno arriva l'assoluzione, dopo che l'uomo si era presentato in Tribunale. Le motivazioni del giudice, "rischiano" di creare un precedente, visto che il soggetto rappresenta tanti altri privati del diritto al lavoro ed alla vita.
Il fatto commesso dall'uomo è stato ritenuto "tenue" nelle motivazioni del giudice, e quindi "non punibile". Per il 37enne la richiesta era di pochi mesi di reclusione.