Stato d'emergenza per i migranti per i prossimi sei mesi: un mare di denaro al fenomeno migratorio
Lo stato di emergenza è sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro. Cinque milioni di euro che, nemmeno a dirlo, si sarebbero potuti destinare al sostegno di politiche sociali a beneficio della popolazione italiana, delle classi lavoratrici e delle fasce più deboli
Leggo su ansa.it che è stato dichiarato lo stato di emergenza in relazione alla situazione legata ai migranti. L'Italia vivrà nello stato di emergenza in questione per ben sei mesi. Lo stato di emergenza è sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro. Cinque milioni di euro che, nemmeno a dirlo, si sarebbero potuti destinare al sostegno di politiche sociali a beneficio della popolazione italiana, delle classi lavoratrici e delle fasce più deboli. "Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli - ha detto Musumeci - della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento". Mi siano allora consentite due considerazioni soltanto. In primo luogo, il governo della destra bluette non liberale si rivela una volta di più un governo di incapaci, la continuazione peggiorativa del già orrendo governo dell'euroinomane Mario Draghi: dicevano che avrebbero contrastato l'immigrazione di massa e invece con loro al governo essa aumenta e, di più, essi vanno a destinare i fondi dello Stato italiano esattamente in quella direzione. Seconda considerazione: torna una volta di più lo stato d'emergenza; ciò che rende chiaro, per chi ancora non l'avesse capito, come l'emergenza sia a tutti gli effetti il principale metodo di governo neo-liberale. Il neoliberismo impiega l'emergenza come arte governamentale, per dirla con Foucault, poiché l'emergenza rende possibile fare ciò che senza l'emergenza sarebbe assai più difficile, quando non impossibile, fare. Per questo motivo, emergenza e neoliberismo si rovesciano direttamente l'una nell'altro: l'emergenza non può finire, perché essa coincide sempre più palesemente con il liberismo in quanto tale.
di Diego Fusaro