Carriera alias, 200 scuole italiane permettono agli studenti di cambiare nome e genere: il 2,4% del totale
La Valle d’Aosta non ha regolamenti alias per gli studenti. Nel resto d’Italia è concessa la carriera alias solo nel 2,4% degli istituti
In Italia sono quasi 200 le scuole che permettono la carriera alias. Solo il 2,4% degli istituti del Paese. Il Nord ha intrapreso il percorso in 79 istituti scolastici, il 40% del totale, il Centro in 69, il Sud e le Isole in 50. L'unica regione priva di regolamenti alias per studenti è la Valle d'Aosta. Nel Lazio, leader con 36 scuole coinvolte, la provincia di Roma conta 28 sedi attive. I cinque istituti della Sicilia sono limitati a Palermo (4) e Catania (1), le restanti sette province restano sprovviste di scuole con la possibilità del cambio di genere.
Il “bagno trans” in una scuola di Napoli con strisce rosa, celesti e bianche
La carriera scolastica alias è figlia delle rivendicazioni degli studenti delle università italiane, che negli ultimi dieci anni hanno portato il percorso all'interno di 39 atenei, poco meno della metà di quelli esistenti. Ma questo successo civile passa anche sui corpi e i conflitti aperti da otto ragazzi e ragazze che hanno scelto di scontrarsi con il sistema, rappresentato da un docente, da una dirigente scolastica, per veder riconosciuti diritti e identità reale. Esempio: a un giovane transgender del Liceo Giambattista Vico di NapoliI sono stati vietati i bagni dei maschi, questo nell'aprile 2021. Dopo uno sciopero, sulla porta di un servizio è comparso il cartello "Bagno trans" con strisce rosa, celesti e bianche. A scuola la preside, Clotilde Paisio, insieme ad Arcigay ha avviato un ciclo di attività rivolte ai docenti, al personale, agli alunni.
Fonte tabella: Repubblica.it
La Lega nel Lazio: “Giù le mani dai bambini e dagli adolescenti”
La proposta delle carriere alias avanzata, ancora, al Liceo statale Carlo Porta di Erba, in provincia di Como, è stata bocciata dal Collegio docenti e in seguito dal Consiglio di istituto. La preside assicurò "apertura e inclusione", ma sul tema non è arretrata di un centimetro. Sul piano istituzionale l'atteggiamento più avanzato è stato quello della Regione Lazio guidata dal dem Nicola Zingaretti, che nel maggio del 2021 inviò all'Ufficio scolastico regionale un vademecum che illustrava le "strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere". Insieme alle linee guida era allegato un avviso di apertura delle iscrizioni per uno specifico corso di formazione destinato ai professori, della durata di quattro ore, che avrebbe dovuto tenersi a settembre. Nel giro di due giorni tutto è precipitato. "Giù le mani dai bambini e dagli adolescenti del Lazio", tuonò Tony Bruognolo, coordinatore della Lega per la Provincia Roma Sud.