A Milano Centrale una rapinata, sei feriti e uno in fin di vita: ecco la sicurezza di Sala

Le stazioni italiane, la Centrale meneghina su tutte, sono posti ad altissimo rischio ma non si può o non si vuole porre un argine: il governo di destra cammina sulle uova, spaventato dall'idea di dispiacere alla sinistra immigrazionista: in compenso, vieta il fumo nei parchi.

Quella della Stazione Centrale di Milano è una zona molto vasta, va da piazza della Repubblica fino al viale Brianza e qui scoppia l'ultimo trionfo del migrantismo politicamente corretto: una serie di aggressioni, tutte a donne, a scopo di rapina, e uno che ha cercato di difenderla in fin di vita per le coltellate di due nordafricani. A 30 all'ora come vuole il sindaco Sala è più difficile o più facile venire ammazzati? Nessuno con un minimo di dignità, di onestà morale può negare che quest'area sia allo sbando, preda di se stessa e di chi la presidia. Esci dalla Stazione e i bivacchi di balordi, di spacciatori, di delinquenti ti puntano, ti prendono le misure; ogni poco scoppia una rissa violentissima che lascia il sangue per terra dopo che tutti sono fuggiti. Se poi fuggono, oramai non se ne preoccupano più. La polizia non c'è? C'è ma si limita a presidiare, crede, o tenta, di intimidire gli sbandati con le camionette, facendo la faccia truce ma quelli sono farabutti veri e la faccia ce l'hanno più truce ancora. In più sanno che non gli succede niente, sanno che i governi, tutti, si passano il testimone della passività, anche questo di destra, soprattutto questo di destra, terrorizzato dalle conseguenze di qualsivoglia intervento, il che dimostra l'eterna sudditanza psicologica alla sinistra irresponsabile. Il ministro dell'Interno Piantedosi è politicamente una nullità, apre bocca e fa danni ma quanto ad agire è inconsistente, contraddittorio, esitante. E deleterio. A Torino la polizia giocoforza ha lasciato gli anarchici e i neobrigatisti liberi di distruggere e c'è un questore che ha pronunciato una frase incredibile: “Chi se l'aspettava?”.

L'attendismo del governo Meloni è sciagurato e perdente: qualsiasi cosa faccia o non faccia, sempre da fascista verrà trattato, come le pietre di Antoine. Aspettare il disastro non servirà a convincere una pubblica opinione già sufficientemente convinta che non sia questo il modo di agire, anzi di non agire; che qualcosa di serio, di risoluto vada fatto una volta per tutte e senza perdere altro tempo. A Torino la devastazione cittadina, a Firenze i cori per Cospito, le BR, Tito, Stalin, le foibe, a Roma e Milano la vittima quotidiana nel silenzio complice, quando non compiaciuto, della sinistra: non era questo che si aspettavano quanti hanno votato Meloni, per niente fascisti, molto spaventati, moderatamente fiduciosi in un nuovo corso di normalità. Non quella dell'accettazione supina delle cose, non quella del Piantedosi che se ne lava le mani come la peggiore Lamorgese ma l'altra del poter vivere, del potere circolare senza la certezza di un coltello nella schiena. La possibilità sì, è fatale, la certezza per favore no. Se il settantenne in soccorso della malcapitata in viale Brianza ci lascia le penne, siamo autorizzati, usando il metro logico della sinistra su Cutro, a concludere che gli assassini rispondono al nome di Sala, Majorino, Schlein, Serracchiani, Saviano, Savino, Fratojanni, Bonelli, Landini, Conte e tutto il Barnum di sinistra? Ma la magistratura agli aspiranti omicidi immigrati contesta invariabilmente le lesioni personali, la violenza privata, roba da scarcerazione immediata.

Vedete, forse a chi Milano non la bazzica potrà sembrare esagerato, ma se esci dalla Centrale e ti avventuri a piedi, magari in orario serale, ti accorgi subito di essere in pericolo e serio pericolo. Una situazione newyorkese anni Ottanta o da Chicago di oggi, ma qui non si vede nessun Giuliani, si vedono i Piantedosi che si esprimono da sbirri ma non agiscono da sbirri. Forse a Giorgia Meloni e a chi la consiglia dovrebbe essere chiaro o almeno ricordato che l'opinione di sinistra non conta niente, è largamente minoritaria, che non succede il finimondo se si cominciano ad imporre misure di sicurezza serie anziché il divieto dirigista a fumare nei parchi. Nel Regno Unito il premier Rishi Sunak, immigrato, musulmano e democratico, ha appena ipotizzato misure pesantissime per gli irregolari e i clandestini, ha proposto il bando a vita per chi arriva sui barconi; qui si continua coi proclami da balconcino subito rimangiati e poi si aprono video quaderni per dire che funziona tutto a meraviglia nel migliore dei mondi possibili. Non è vero ed è un errore di comunicazione enorme, che a debito tempo si paga.

La verità è che l'Italia, in essa Milano, è fuori controllo e si continua col piumino da cipria, si continua a camminare sulle uova nel timore di dispiacere a Mattarella, Ursula e i giornali del PD. E noi quattro gatti a spanne liberali, non garantisti per i ladri, non possiamo arginare il mare di propaganda sinistra senza neppure una pezza d'appoggio. Il viale Brianza teatro della rapina con i 6 feriti e una vittima potenziale sta a poche centinaia di metri dal liceo Carducci dove hanno appeso alla rovescia le facce di Meloni e Piantedosi nell'orgoglio dei genitori dei responsabili, ufficialmente ignoti, e nella dissociazione di paglia del preside e del PD cittadino che controlla tutti i licei e tutti i presidi. Mentre gli studentelli nei loro profili Instagram, privati ma a chi scrive accessibili, possono delirare: “Giornalista terrorista vaffanculo, bombetta e cacciavite, porca m..., ma poi porcodd... chi cazzo è lo sbirro che ha mandato la foto mentre [i compagni responsabili dei ritratti a testa in giù] facevano l'azione, porcodd... soslidrietà ai compagni dioc..., anarchia, Cospito libero”. La sinistra ha il coraggio di andare in televisione e dire che gente simile è aggredita, che i fascisti sono gli altri, che gli anarcoidi dei Fai sono ragazzi in gamba e idealisti, che le scuole non sono monopolizzate da loro, che la didattica militante e propagandistica non esiste, che c'è l'emergenza fascismo, che i migranti sono tutti vittime e che le stazioni italiane sono tutte sicure a cominciare da quella Centrale di Milano, che i fogli reazionari praticano il solito allarmismo terrorista. Cara Meloni, questo stato di cose è radicato, questa lingua di legno non la scalfisci e men che meno la incrini con la soggezione istituzionale; così è solo il modo per perdere consenso a velocità vertiginosa. A questo gioco la sinistra vince sempre e tu perdi sempre: cambia gioco, fai saltare il banco prima che ci scappi davvero il morto che comunque ti verrà scaricato addosso.