Stop motori termici dal 2035, Ue rinvia voto a data da destinarsi. Pesa la frenata della Germania

Dopo Bulgaria, Polonia e Italia è arrivata la frenata di Berlino che chiede un regolamento sugli e-fuels, l’uso dei carburanti sintetici per le auto. Salvini: "Non ci svenderemo alla Cina"

Il voto del Consiglio Ue sullo stop ai motori termici dal 2035 slitta nuovamente. Anche Italia e Germania dopo Bulgaria e Polonia hanno espresso le loro perplessità sulla scelta di mettere un freno alla vendita di auto di nuova immatricolazione a benzina o diesel. Un portavoce dell'Unione Europea fa sapere come "il Coreper (la riunione degli ambasciatori ndr) tornerà sulla questione a tempo debito". Una nuova ennesima slitta, che renderà felice il governo ed in particolare Salvini che sulla questione ha già riferito che lo "stop" è un "favore alla Cina".

Stop motori termici dal 2035, Ue rinvia voto. Pesa frenata della Germania

E potrebbe essere proprio il ruolo predominante della Cina a far propendere l'Ue ad un passo indietro sullo stop ai motori termici dal 2035. Pechino è infatti leader nella vendita delle auto elettriche avendo prodotto 6,88 milioni di veicoli a nuova energia nel 2022, con un aumento del 93,4% rispetto all'anno precedente. Il rinvio a data da destinarsi è da ricercarsi anche sulle posizioni sempre più rigide che stanno prendendo i Paesi. Dopo Bulgaria e Polonia è infatti arrivato il veto di Italia e Germania.

Italia e Germania contro lo stop alla vendita di motori termici: pesa la decisione di Berlino

Esultano Italia e Germania che si sono aggiunte ai veti di Bulgaria e Polonia sullo stop ai motori termici dal 2035. La frenata di Berlino è fondamentale in quanto viene chiesto un regolamento sugli e-fuels, l’uso dei carburanti sintetici per le auto, anche a costo di lasciare la porta aperta alla possibilità di immatricolazione di nuovi auto e furgoni oltre il 2035. Il no polacco e l'astensione bulgara non facevano presagire alcun problema per il voto finale, ma in seguito anche il governo italiano ha deciso sostanzialmente di percorrere la strada dei due Paesi, perché, come ha già spiegato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin i target ambientali vanno perseguiti attraverso "una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa".

Un commento a cui si aggiunge quello di quest'oggi del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini: "Rinviato a data da destinarsi il voto in Europa sul divieto alle auto a benzina e diesel dal 2035. Un grande segnale arrivato anche grazie alla Lega. È stata ascoltata la voce di milioni di italiani, e il nostro governo ha dimostrato di offrire argomenti di buonsenso sui tavoli internazionali, a difesa della nostra storia e del nostro lavoro. La strada è ancora lunga ma non ci svenderemo alla Cina. La Lega c'è".