Messina Denaro, arrestata la sorella Rosalia: gestiva la "cassa" di famiglia e il giro dei "pizzini"

La maggiore delle quattro sorelle del boss è stata fermata con l'accusa di associazione mafiosa. È la madre dell'avvocato Lorenza Guttadauro, legale di Messina Denaro al giorno del suo arresto

Rosalia Messina Denaro, sorella del boss, è stata arrestata: avrebbe aiutato il fratello durante la sua latitanza. L'operazione è stata condotta dal Ros, dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani e dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sicilia. 

Messina Denaro, arrestata la sorella Rosalia

La donna, la maggiore delle quattro sorelle di Matteo Messina Denaro, è finita in manette con l'accusa di associazione mafiosa. In altre parole, durante l'assenza del fratello, avrebbe provveduto alla "cassa" di famiglia mantenendo vivo il traffico di "pizzini" e permettendo così a Messina Denaro di non perdere i contatti con la rete clientelare legata alla criminalità organizzata.

Rosalia, inoltre, è la moglie di Filippo Guttadauro, anch'egli arrestato per associazione mafiosa e condannato a 14 anni di carcere. Carcere dove si trova tuttora, in regime di "ergastolo bianco": si tratta di una condizione che si verifica quando un detenuto sconta la sua pena, ma viene comunque trattenuto in cella perché ancora considerato socialmente pericoloso.

Buon sangue non mente, a quanto pare. Anche il secondo figlio di Rosalia Messina Denaro è finito in manette con l'accusa di associazione mafiosa e sta tuttora estinguendo la condanna a 16 anni. La figlia maggiore, invece, è Lorenza Guttadauro, avvocato difensore del boss dal giorno del suo arresto, avvenuto lo scorso 16 gennaio.

Il cognome Guttadauro, del resto, è famigerato nel panorama della malavita italiana. Il padre di Filippo, marito di Rosalia Messina Denaro, è infatti Giuseppe Guttadauro, detto il boss di Brancaccio. Medico chirurgo presso l'ospedale Civico di Palermo, dal 1984 in poi è stato arrestato più volte per reati connessi ad attività mafiose. Dopo essere stato definitivamente scarcerato nel 2012 - in anticipo di 800 giorni per buona condotta - lo scorso marzo 2022 è finito di nuovo in manette per maxitraffico di stupefacenti e commercio di droga con l'estero, in particolare di cocaina con il Sudamerica e di hashish con l'Albania.