George Soros detta l'Agenda dell'Occidente: Russia va sconfitta, poi Cina e nemici della "società aperta"
Nel mondo al contrario in cui viviamo accade tutto alla luce del sole. L’assurdo diventa norma, viene digerito e metabolizzato dal corpo inerte dell’Occidente in disfacimento.
Nel mondo al contrario in cui viviamo non esiste alcun complotto.
Accade tutto alla luce del sole. L’assurdo diventa norma, viene digerito e metabolizzato dal corpo inerte dell’Occidente in disfacimento.
Così, nel mondo al contrario, diventa normale che un premio Pulitzer venga censurato da David Puente, nientemeno che vicedirettore con delega al fact checking di Open, il giornale di Enrico Mentana.
Del resto in questi ultimi tre anni, come direbbe il replicante Roy di Blade Runner magistralmente interpretato da Rutger Hauer, “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi...”
Inaudite. Incredibili. Inaccettabili.
Ho visto una virostar vanesia e bizzosa definire “rincoglionito” un premio Nobel per la medicina.
Ho visto gli autoproclamati custodi dell’ortodossia della libertà e della democrazia esaltarsi per l’apartheid imposto per decreto da un uomo di banca prestato alla politica.
Ho visto un Presidente del Consiglio mentire sull’efficacia di un vaccino senza che abbia pagato alcuna conseguenza o, almeno, chiesto scusa.
Così, nel mondo al contrario, è normale che Seymour Hersh, premio Pulitzer, forse il più importante giornalista d’inchiesta vivente, venga censurato da Facebook per la segnalazione di un “fact-checker”.
Agli occhi dei sacerdoti del globalismo Hersh ha infatti avuto l’imperdonabile torto di aver pubblicato un’inchiesta in cui si sostiene che l’attentato ai gasdotti Nord Stream è opera degli USA in collaborazione con l’aviazione norvegese. Nemmeno un Pulitzer può sottrarsi alla dittatura del pensiero unico.
Cosi, nel mondo al contrario, nessuno si stupisce che un miliardario di 93 anni, senza cariche politiche, apra di fatto la Conferenza sulla Sicurezza Globale e detti l’Agenda all’Occidente. Il 16 febbraio 2023 infatti George Soros è intervenuto a Monaco di Baviera tracciando la rotta ai globalisti. Il suo discorso è un chiaro messaggio all'”Assemblea Invisibile”, a tutti gli agenti del globalismo, sia attivi che dormienti.
Nel suo discorso, l’oligarca che si spaccia per filantropo, secondo i dettami della Fabian Society (che ha appunto come stemma il lupo travestito da agnello), si è concentrato sulla contrapposizione tra “società aperta”, quella dominata dall’iperliberismo anglosassone, e “società chiusa”.
Ed ecco individuati i nemici mortali della “società aperta”. In primis la Russia di Putin, poi la Cina, l’India, la Turchia, infine il Brasile.
Poi si arriva alla guerra in Ucraina. Per Soros l’Ucraina ha a disposizione una ristretta finestra temporale: entro la prossima primavera la Russia deve essere sconfitta per garantire la sopravvivenza delle società aperte occidentali. Zelensky si è subito accodato proclamando l’intenzione di riprendersi la Crimea.
Poi toccherà alla Cina in cui potrebbero verificarsi rivolte etniche con cui sovvertire l’assetto del colosso asiatico. La stessa sorte spetta agli altri tre nemici dell’Occidente.
Per non farsi mancare nulla l’oligarca americano non si è limitato alla geopolitica, ha aperto e chiuso il suo intervento stigmatizzando i pericoli derivanti dal cambiamento climatico e dal surriscaldamento del pianeta. Chi conosce la storia di Soros sa che non si tratta di pure indicazioni teoriche ma di una vera e propria Agenda. Operativa.
Per decenni Soros ha promosso e finanziato rivoluzioni e colpi di stato in ogni parte del mondo in nome dell’ideologia estremista della “società aperta” e del globalismo a trazione anglosassone. Allo stesso modo ha saputo travestire da aiuti umanitari la gestione dei flussi migratori dal sud del mondo verso l’Europa.
Come afferma Aleksandr Dugin “Soros non è solo un individuo ma una sorta di “Intelligenza Artificiale” della civiltà liberale occidentale. È l’algoritmo con cui viene costruita l’intera struttura del dominio globale occidentale.”
Nel suo approccio l’ideologia si intreccia con l’economia, la geopolitica con l’istruzione, la diplomazia con la cultura, i servizi segreti con il giornalismo, la medicina con il terrorismo, le armi biologiche con l’agenda ecologica, la politica di genere con il commercio mondiale.
Soros è il vero sistema operativo su cui si fonda la “società aperta”: tutte le mosse, i passaggi e le strategie sono accuratamente pianificate. I nuovi input vengono immessi in un sistema che funziona come un potentissimo computer, una rete neurale globalista.
Attraverso Open Society ha tessuto una ragnatela con cui ha imbrigliato i popoli dell’Occidente dentro un sistema apparentemente improntato alla più ampia libertà.
Soros è abilissimo e, anche per questo, pericoloso. Basti constatare come abbia saputo travestire il suo passato da speculatore senza scrupoli inglobandolo nell’ampia veste del filantropo progressista e democratico.
Pochi ricordano infatti il Black Wednesday, il mercoledì nero. Si tratta del 16 settembre 1992, il giorno in cui la sterlina inglese e la lira italiana subirono un attacco speculativo senza precedenti che fece precipitare l’economia inglese e quella italiana a un passo dal baratro. Le banche centrali italiana e inglese furono costrette a far uscire le rispettive valute dal Sistema Monetario Europeo (SME).
Il contraccolpo fu pesante, la perdita di quasi 1/3 di valore della lira sul marco tedesco e sul dollaro Usa consentì di trasformare molte privatizzazioni di aziende di stato, tra cui i colossi dell’energia Eni ed Enel, in occasioni super scontate da black friday.
Il regista dell’attacco speculativo contro lira e sterlina fu appunto un finanziare americano di origini ungheresi, Gyorgy Schwartz, conosciuto con il nome d’arte di George e il cognome palindromo Soros.
In un solo giorno pare che Soros abbia guadagnato oltre un miliardo di dollari.
Soros ha avuto modo di rivendicare la sua azione :“L'attacco speculativo contro la lira fu una legittima operazione finanziaria". "Gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Gli speculatori sono solo i messaggeri di cattive notizie".
Soros, attraverso la vendita di lire allo scoperto per acquistare dollari, costrinse la Banca d'Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione della moneta italiana del 30% e l'estromissione della lira dal sistema monetario europeo.
Per rientrare nello SME, il governo italiano fu obbligato a una delle più pesanti manovre finanziarie della sua storia: circa 93mila miliardi di lire.
La brama speculativa di Soros è quindi costata all’Italia quasi 150mila miliardi di lire.
In un altro mondo, quello vero, Soros sarebbe bandito dall’Italia e dal Regno Unito e considerato una persona pericolosissima e senza scrupoli, non certo un maestro da seguire fideisticamente né un timoniere che indica la rotta nel mare in tempesta.
Marco Pozzi