Libero.it e virgilio.it: "Ora puoi torturare la tua ragazza a letto". È una pubblicità per la violenza sulle donne?
Gli animali sempre più protetti, le donne sempre più oggetti. Sono su libero.it e virgilio.it, non può essere una pubblicità pornografica, leggo meglio: “Ora puoi torturare la tua ragazza a letto”. Questa pubblicità misogina inneggia alla violenza sulle donne?
Sanremo si avvicina, è martedì 31 gennaio, ore 9,30 circa del mattino e mi metto su internet per vedere se alla fine Zelensky parteciperà alla Kermesse. Mentre leggo date, orari e commenti vari, un banner pubblicitario mi cattura l’attenzione. Non è il solito brand di scarpe o di vestiti o di linee aeree, quelli che solitamente cerco per sognare un po', per intenderci, ma la pubblicità di gomme per uomo che promettono di “farlo” tre volte per notte. Sorrido pensando ai maschi adulti ed ai loro sogni giovanili, al fatto che non si arrendono, poi leggo meglio la didascalia “ora puoi torturare la tua ragazza a letto”.
Leggo meglio, metto a fuoco, controllo il sito, mica mi sarò imbattuta in un altro sito porno spero, no!! Sono su libero.it non può essere una pubblicità pornografica, è libero.it, leggo meglio, forse mi sbaglio, forse le mie emozioni mi fanno intendere fischi per fiaschi. “Ora puoi torturare la tua ragazza a letto”. Questa pubblicità misogina inneggerebbe alla violenza sulle donne? Mi infurio, cosa fanno i giornali, non controllano? E gli organi di controllo? Ricollego le patatine fritte che ho mangiato due giorni prima in un hamburgheria, “patatine sexy”, ricollego un cartellone pubblicitario dove promettevano di realizzare una casa sexy. Che orrore!!!! Qui si sta sdoganando l’animalità.
Corro alle forze dell’ordine di zona, vorrei denunciare libero.it e la società che vende pubblicità. Cercano di dissuadermi dicendo che non serve, che nn è così grave, che è solo una pubblicità, che non si sa chi ne sia responsabile. Chiedo di parlare con un superiore e donna, viene una donna. Mi ascolta, mi dà un foglio da riempire. Mi dice di tornare l’indomani che invierà lei stessa la denuncia alla Procura della Repubblica a Roma.
Grazie signora donna delle forze dell’ordine. Vorrei scrivere di più, invocare le forze umane per contrastare questa sciagura che si abbatte quotidianamente contro le donne ma non ho più parole.
Di Anna Maria Smiraglia