Caos passaporti, 80mila viaggi saltati e 150mld di euro danni. Piantedosi: "Troppe richieste con ripresa viaggi"
Lunghe code nelle principali città italiane. A Napoli si registrano anche sei mesi di attesa per un appuntamento. Piantedosi: "Puntiamo su aperture straordinarie"
Caos passaporti con la ripresa dei viaggi post Covid. In molte province, soprattutto delle principali metropoli italiane, è diventato impossibile, o quasi, ottenere un appuntamento per ottenere un passaporto. Per adesso sono saltati 80mila viaggi organizzati, con circa 150 milioni di euro di mancate vendite per il sistema italiano delle agenzie di viaggio. Tra le cause, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha citato anche la necessità di avere un passaporto per recarsi in Regno Unito in seguito alla Brexit.
Caos passaporti, 80mila viaggi saltati e 150 mld di euro di danni
"Quasi tutte le questure - ha fatto sapere il Ministro degli interni - una volta acquisita l'istanza, rispettano i tempi previsti per la conclusione del procedimento di rilascio (15 giorni più altri 15 in caso di ulteriori accertamenti). Nella maggior parte dei casi, le criticità segnalate riguardano non tanto l'emissione del passaporto, quanto la possibilità di ottenere in tempi brevi un appuntamento tramite il sistema Agenda online. Sul problema del rilascio di passaporti a rilento stiamo lavorando. Puntiamo su aperture straordinarie, intensificazione degli appuntamenti e postazioni più performanti. Confido che già dalle prossime settimane avremo un alleggerimento del carico".
Intanto, però, il caos ha portato a varie disdette e mancate prenotazioni o rinvii a data da destinarsi da parte dei viaggiatori. "Si tratta, in primo luogo, di un disservizio per la cittadinanza", ha detto il Presidente Nazionale di Assoviaggi Gianni Rebecchi. "Il passaporto non serve solo per andare in vacanza, ma anche per ricongiungimenti familiari, lavoro, per i figli che non lo possiedono. Insomma, non è solo una questione di business, ma anche di diritto alla libertà di movimento fuori dai confini europei. È però innegabile che il problema abbia un grave riflesso anche sul mondo del turismo organizzato, proprio nell’anno della ripartenza dopo il lungo stop imposto dalla pandemia dove l’Italia è stato l’ultimo paese d’Europa ad eliminare le restrizioni ai viaggi".
E ancora: "Le ragioni del caos attuale sono la somma di nuove richieste e di quelle ‘arretrate’ a causa del Covid. Adesso però occorre trovare una soluzione che non può essere quella degli Open Day, che inevitabilmente si trasformano in nuovi ingorghi. Occorre accelerare sugli investimenti tecnologici della P.A.: serve maggiore efficienza informatica che nel caso di documenti personali deve seguire l’esempio dell’anagrafe nazionale digitale, via maestra del miglioramento dei servizi ai cittadini in un Paese europeo".