Maria Mesi, chi è l’ex amante di Matteo Messina Denaro: indagata per favoreggiamento mafioso
L'ex amante del boss, conosciuta anche con il nome di Tecla dalla corrispondenza amorosa tra i due, torna ad essere indagata. Lei e la sua famiglia potrebbero ora essere decisivi nella ricostruzione della lunga latitanza del padrino
Continuano le indagini e gli sviluppi nella vicenda di Matteo Messina Denaro e torna sugli schermo un nome dal passato: quello di Maria Mesi, conosciuta anche con il nome di Tecla, ex amante del boss. Ieri i carabinieri del Ros hanno perquisito l’abitazione della donna e del fratello Francesco, due case in una palazzina di via Milwaukee a poca distanza dall’alcova di un tempo ad Aspra, frazione marinara di Bagheria. L’accusa, come 20 anni fa, è ancora quella di favoreggiamento, reato per cui si indaga e per cui erano già stati arrestati.
Maria Mesi, l’ex amante di Matteo Messina Denaro indagata per favoreggiamento
I militari avrebbero portato via dalla residenza computer e telefoni. Sospettando che la donna e il fratello mantenessero ancora contatti con il padrino, attraverso la sua famiglia. I nomi dei due fratelli, dunque, sono di nuovo scritti nel registro degli indagati. L'accusa, come 20 anni fa circa è ancora quella di favoreggiamento, reato per cui entrambi sono stati condannati in via definitiva. Maria era stata condannata a soli 3 anni, perché in Cassazione è caduta l'aggravante mafiosa, incompatibile, secondo i giudici, con la sua relazione amorosa con il boss. Non scontò mai l'intera pena per buona condotta. Anni dopo la condanna, gli investigatori, a conferma di quanto già sapevano, trovarono le lettere d'amore che la donna inviava al fidanzato.
Chi è Maria Mesi, alias Tecla
Maria Mesi è nata nel 1965. Nei pizzini che ‘U Siccu gli scriveva la chiamava con un nome in codice: Tecla. Lei si firmava invece Mary o Mariella. La relazione con il boss risale agli Anni 90. Maria per anni ha lavorato alla Sud Pesca, impresa di conservazione del pesce, di proprietà del fratello di Filippo Guttadauro, Carlo. Francesco, invece, e la terza sorella Paola, erano alle dipendenze dell’ingegner Michele Aiello, già condannato a 16 anni per mafia.
Gli investigatori hanno raccontato i suoi metodi per occultarsi all’epoca degli incontri con il boss: "Il 30 aprile 1997, alle 23.30, camminava palesemente travisata con cappello, occhiali e mantella, di cui si liberava appena voltato l’angolo". Ora la famiglia Mesi potrebbe essere decisiva nella ricostruzione della lunga latitanza del padrino.