Inaugurazione anno giudiziario 2023: il sonno della Magistratura è ormai un coma profondo

L’inaugurazione dell’Anno giudiziario da parte di Pietro Curzio, Primo Presidente della Cassazione

SCRITTI PANDEMICI

Inaugurazione dell’anno giudiziario: la magistratura dorme o è in coma profondo?
Mentre un Giudice belga indaga dove nessun Giudice italiano ha indagato, da noi la magistratura continua a dormire un sonno ormai simile a un coma profondo.
Un virus chimera, creato in un laboratorio, ha ammazzato più di sei milioni di persone. Un protocollo del Ministero della Salute (“tachipirina e vigile attesa”) ha ammazzato non pochi nostri connazionali, le reazioni avverse ai vaccini a mRNA provocano una miriade di morti improvvise, ma tutto questo non è materia di indagine, i problemi sono altri, i medesimi di sempre. Il discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario è surreale.
“Le misure per ridurre i tempi processuali, l’esigenza di arginare gli infortuni sul lavoro, l’impegno delle istituzioni nella lotta alla mafia, il problema delle risorse umane e strumentali nella giustizia e la necessità di applicare compiutamente le riforme richieste dal Pnrr. Questi i temi affrontati nell’intervento di apertura della cerimonia di piazza Cavour per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario da parte di Pietro Curzio, Primo Presidente della Cassazione”.
Non commento le parole del Presidente della Repubblica: un uomo che ha nominato Marco D’Alberti (consulente della Presidenza del Consiglio) alla Corte Costituzionale alla vigilia dell’udienza sulla legittimità degli obblighi vaccinali è ben desto.
Ma come si fa a non commentare le parole di Pietro Curzio?
Oggi, 28 gennaio 2023, ci sono Giudici che impongono l’uso della mascherina in aula e che rimpiangono il Green Pass. Brave persone che “ascoltano la scienza”, come ha commentato la Presidentessa della Consulta Silvana Sciarra dopo l’udienza più vergognosa della storia repubblicana.
Così, invece di indagare sul contenuto dei contratti di somministrazione dei vaccini, sulla corruzione che dilaga in tutti settori della vita italiana e rende la politica, la scienza e l’informazione un unico megafono che diffonde mistificazione, per questa casta dal sonno pesante i problemi sono quelli di sempre, strutturali, irrisolvibili e dunque tollerabili, gestibili col minimo sforzo in attesa che l’intelligenza artificiale renda il compito di amministrare la giustizia lieve come un pisolino post prandiale.
Del resto, nonostante le trite e ritrite belle frasi sull’indipendenza della Magistratura pronunziate dal Capo dello Stato, il potere giudiziario di questo Paese è sempre stato al servizio della politica: chi sostenga il contrario è un perfetto idiota.
L’Italia, ancora una volta, non è una Nazione sovrana. Se noi poveri cittadini della colonia possiamo sperare in qualche cosa di buono, è nella Commissione d’inchiesta voluta in Florida da Ron DeSantis: qui la giustizia è da cortile.
Parafrasando la celebre frase di Porfirio Diaz: “Povera Italia, così lontana da Dio e così vicina agli Stati Uniti”.
A nessun togato importa dei nostri morti ammazzati dalla vigile attesa o dalle ripetute vaccinazioni.
Con la protezione della mascherina, con la fede nella scienza, tutto andrà bene, come al solito.
Alla prima della Scala, il prossimo anno, dodici minuti di applausi al nostro caro Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
di Alfredo Tocchi, 28 gennaio 2023