Imbrattatori di opere d'arte e palazzi: vittime o carnefici dello scontro tra destra e sinistra e del tramonto del capitalismo?
Imbrattata l'opera di Cattelan: è vandalismo che ogni volta viene giustificato con la frase fatta "sennò non ci ascoltano", mantra ovviamente inutile anzi dannoso assai alla causa ambientalista.
In primis i fatti: a Milano due ragazzotti lanciano vernice gialla sul DITONE di Cattelan in piazza Affari, esponendo uno striscione contro le energie fossili. A Roma solo pochi giorni prima un gruppetto di giovinastri, con la perenne loffia e spompissima scusa dell'ecoprotesta, imbratta con vernice colorata la facciata del Senato, che non prevede transenne né barriere a distanza dall'ingresso principale. A Roma intervengono subito i Carabinieri, a Milano i due giovinastri vengono prima contestati dai passanti, poi arrivano gli agenti di PS e li trascinano via poiché i due vandaletti sciocchini fanno pure resistenza passiva.
Sì, esatto, la ormai solita volgare ed infametta inutile cialtronata vandalica, grave o meno che sia. Ovviamente un po' di vernice lavabile fa poco danno, mentre altri vandalismi potenzialmente ben più pesanti rischiano emulazioni psicotiche, soprattutto in una platea giovanile che appare figlia di una generazione acefala come poche prima. Vandalismo che ogni volta viene giustificato con la frase fatta "sennò non ci ascoltano", mantra ovviamente inutile anzi dannoso assai alla causa ambientalista. Vagli a spiegare a codesti minus habens che il motto "meglio una cattiva pubblicità che nessuna pubblicità" si applica alle influencer con le puppe di fuori, e non alle giuste cause, e nemmeno ai comuni prodotti come i dentifrici, per altro. Provate voi a pubblicizzare un dentifricio al sudore fetido e al nero di seppia. Prime pagine assicurate e forse anche impennata di vendite i primi tre giorni, esauriti i quali i tubetti in magazzino ve li potrete allegramente mettere su per il deretano, e la vostra idea geniale di start up innovativa ve la ficcate a seguire per lo stesso pertugio. Bye bye investitori e profitti: niente vacanze a Dubai con le Lambo e le escort dei vostri sogni di merda. Voilà; stessa cosa per gli ideali un po' più alti di fast cars&girls: anzi soprattutto se volete battervi per la sacrosanta causa ecologica le figure da IMBECILLI dovreste evitarle.
Ma si sa, i gggioFani d'oggi. Gente cresciuta a pochi ed ormai degenerati fumetti, sempre meno diffusi e sempre più cervellotici, per coprire la assenza di idee (salvo rari casi ovviamente), a fotocopie ancor più spompe dei MANGA degli anni settanta, a cartoni animati talmente brutti e noiosi da doversi rifugiare in videogiochi ancora più stupidi e ripetitivi, sebbene sempre più evoluti graficamente, laddove la generazione precedente anche solo col PAC-MAN, con lo SPACE INVADERS e col SEGA RALLY gli davano la merda abbondante. Intendiamoci, non che siano tutti brutti i videogiochi odierni, anzi, ma il tempo della creatività e della fantasia, anche lì come nei fumetti e nei cartoni animati, par davvero mestamente tramontato da mo'.
Ovviamente a seguito delle scemenze vandaliche giovanil-ecologggiste parte per reazione immediata il coro di deprecazione quasi generale da parte di cariche istituzionali e di notisti (quelli che una volta erano i cosiddetti intellettuali, seppur con definizione eternamente discutibile, brillano come sempre per atomizzazione e latitanza di fronte ai temi importanti o meno, mentre se la Ferragni ha il ciclo mestruale e Giorgia Soleri, fidanzata di Damiano dei Maneskin, dice che si è tagliata da sola la frangetta, allora sì che le discussioni prendono un hype come si deve) e fin qui, una volta tanto, il coro ha persino ragione. Si levano, è vero, talune voci dissonanti (e un po' sgangherate) a favore degli imbrattatori, con la perenne scusa che SO GGGIOFANI, DAJE CHE UN POCHETTO CI HANNO PURE RAGGGIONE, CHE NESSUNO SENNÒ LI ASCOLTA, SE NON FAI COSÌ NON TI CACA NESSUNO, CHE IN FONDO CHE È MAI UN PO' DI VERNICE DI FRONTE AL CLAIMET CEINGGG.
Ovviamente qualcuno si cimenta nel dire codeste bischerate con elzeviri ad ampi svolazzi; non staremo qui a citarli tutti, codesti simpaticissimi elzeviristi. Ricorderemmo forse, solo per esempio, il notista/direttore del poco noto quotidiano DOMANI, già sgangheratamente paladino del vaccinismo ultrà e di altre assurdità, ma anche fin qui niente di male, ci mancherebbe: in una società pienamente democratica e liberale (che noi in Italia ed in Occidente in generale non siamo più, dopo la distopia oligofrenica della PANDEMENZA) la espressione di ogni opinione, per quanto avvinazzata e persino oscena possa essere, è sacerrima (si ribadisca ad libitum: la LIBERA ESPRESSIONE è sacerrima, non la opinione in sé, che può essere ipso facto infame).
QUINDI una volta tanto il cosiddetto MAINSTREAM ci ha ragggione, e lo sdegno quasi unanime è cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza per tutti? Sì, ma magari anche senza perdere la testa: in primis i vandali non hanno preso a picconate il DITONE che sfotte la Borsa o il portone in legno o i capitelli dorici fiorati delle colonne laterali di Palazzo Madama, ma solo buttato vernice, quindi non li si può accusare di danneggiamento grave.
Ma il punto è un altro: soprattutto quando i corifei e le prefiche che levano alti lai contra lo mostro sono in numero cospicuo, ecco che salta fuori il classico Tersite che deve farla fuori dal vaso, o più facilmente il classico trombone che deve per forza spararla grossa. Per sovramercato poi ovviamente arriva puntuale qualcuno a seguire, a ruota di carretto, quello di Mangiafuoco col Gatto e la Volpe a suonar la trombetta agli attoniti villici del borgo di Geppetto. Un po' come fanno i vari Salvini, Feltri, Porro, Sallusti, Cruciani e perfino Meloni: pronti a perdere settimane per emettere decreti deliranti contra BALLERINI di orrendi RAVE PARTY (famosi pericoli pubblici n.1 che DILLINGER in confronto era PAPEROGA) oppure, come lo spettinatissimo conduttore del programma radiofonico "La Zanzara" addirittura emettere dichiarazioni celoduriste di antiqua (e forse mai sopita) memoria bossiana, del tipo:
“Hai imbrattato il Senato? Devi essere portato in un ospizio per dieci giorni e pulire la merda dei vecchi. Questi devono essere portati a pulire il culo ai vecchi invece che pensare alle minchiate, a salvare il mondo”.
Orbene, al netto del pur comprensibile mal goût de boutade: qualcuno ha informato Cruciani che gli ospizi non sono penitenziari, ma luoghi di cura ospedalieri? Qualcuno ha informato Cruciani che "pulire il culo ai vecchi" non è una punizione per detenuti da sanzionare, ma una professione necessaria, sacrosanta, difficile quanto onorevole, ad opera di professionisti che si prendono cura di persone anziane che possono essere i nostri nonni o genitori, e non "vecchi a cui pulire il culo"? Qualcuno ha informato Cruciani che la protesta ambientalista, in sé, anche se talvolta potesse sfociare un azioni idiote come il vandalismo, non è "pensare alle minchiate" e che quindi anche "salvare il mondo" non è esattamente un "pensare alle minchiate"? No eh?
Ma è MAI POSSIBILE che si debba sempre sragionare come TROGLODITI, sempre BIANCO O NERO? Ma che è sto perenne derby Milan/Inter? Ma basta!
Lo sappiamo; ovviamente il classico benpensante o malpensante di destra (o parimenti di sinistra) A PESO LORDO appena vede ste sparate non ci pensa mica tanto su. Dice subbbito: BRAVO, BENE, BIS! Anzi, MOLTO BRAVISSSIMO, come diceva il professor BIRKERMAYER al Fantozzi ricoverato in clinica per dimagrire, dopo sei giorni di digiuno assoluto. Ma il punto è proprio questo: la vogliamo finire di avere reazioni e filosofie di vita da professor BIRKERMAYER (o BIRKMAYER, secondo la più dotta doppia dizione del personaggio stesso) che per far dimagrire pensava bene di mettere i dimagrendi in cella a "niente manCiare, niente bere"? Vogliamo piantarla con codeste cialtronazzate da società agricola pre-industriale, dove la cifra era la ABC di parola e di ragionamento per gli analfabeti? Possiamo passare, magari pure lento pede, ad un minimo di analisi logica? No eh?
Siamo davvero condannati al digiuno oppure alle POLPETTE DI BAVÀRIA, dove Fantozzi digiuna e il professore mangia la polpetta e beve il bicchiere di vino del Reno, per poi smascherarlo a rubare le polpette e farlo trascinare via urlando TUTTO LUI MANCIAHHH???
Ma davvero.
Sarà pure così; pure nutriamo la impressione che se di Meloni, Salvini e Cruciani, scesi dal carretto di Mangiafuoco, sempre ne passeranno nel mesto borgo ventoso, e non solo toscano, pur sempre ci sarà qualcuno che gli chiuda l'uscio in faccia dicendo "macché spettacolo, co sto tempaccio!!!" Ogni tanto, Diobono, qualcuno che ragioni con la testa non da burattino e lo si trova uguale, vedrai!
Basta non ascoltarle veramente, quelle trombette dal carretto di Mangiafuoco. O meglio ascoltarle se le si vuole, e poi non andare allo spettacolo, pagando in polli o ove.
Ché di spettacoli a muzzo se n'è già avuti a bigonci, in questo paese a stracci. O come avrebbe detto il Collodi, in questo bel tatananaio che l'è il Belpaese.
L'altra sera su Raitre è andato in onda un bel documentario su LOTTA CONTINUA; bello perché visto dal punto di vista dei protagonisti di quel movimento, che seppur anche molto piccolo come entità numerica, ebbe in realtà parecchio impatto sulla società italiana della sua epoca, gli anni settanta, ed anche in seguito, piazzando molti suoi esponenti di rilievo in posti di spicco (ed altri in galera). Ciò che balza subito agli occhi allo spettatore televisivo di questo gennaio '23 è l'abisso tra lo spirito giovanile iperattivo di quell'era ed il piattume cerebroleso degli under 30 attuali.
Un nostro amico e conterraneo toscano fine osservatore di retroscena storici e grande appassionato di complottoni, Giovanni Mori da Piombino, ha chiosato con battuta fenomenale: lo spartiacque (oltre al cambio generazionale da boomers a generazione X) è stato il DRIVE IN di Berlusconi. Abbiamo volentieri scambiato, come fosse un doppione di figurine Panini (e anche qui, l'Amarcord), la lotta per i temi sociali con la ASTA TOSTA di Ezio Greggio, ed in cambio delle conquiste sociali abbiamo ricevuto i quadri di Teomondo Scròfalo.
Sì, certamente, lo facemmo pour cause ed a ragion veduta: non era certo col terrorismo e con gli sloganini comunistoidi che ci sarebbe stato sviluppo economico e sociale; sviluppo che poi in effetti ci fu anche nei due decenni successivi, e che oggi frana sotto i colpi del liberismo turbocapitalista predatorio e pure neofascista, che noi stessi abbiamo lasciato passare, come downside forse necessario dell'edonismo reaganiano di fondo (altro Amarcord di Quelli della notte di Arbore e D'Agostino, quando era ancora giovane e simpatico).
Ma allora le attuali generazioni Y e Z, e la successiva generazione Alpha o comesichiama, sono inchiodate fatalmente al destino che abbiamo loro cucinato noi della generazione X, allevandoli ad hamburgerazzi di MERDONALDS ed a popputi miti siliconati su barche di papponi e su Rolex che non potranno manco avere, se non in copia anastatica cinese? Avendo noi over 30 (ed oltre) desunto il mito di GORDON GEKKO, di DONALD STRUMP e di BERLUSKAISER, gli abbiamo per sempre frizzato il cervello a sti poveri SBARBATI (come si dicea un tempo), relegandoli alla mossa onanista dell' "ALMENO TI TIRO ADDOSSO LA VERNICE PERCHÉ SENNÒ CHE ALTRO FO?"
Sì, il capitalismo, e soprattutto il libbberismo demente e fanatico ormai sono carne già morta, in decomposizione lenta ma inesorabile. Ma la risposta non è NEANCHE STAVOLTA la contrapposizione tra fanatismi di opposti estremismi, nel negare il problemuccio ambientale che rischia di accopparci tutti o nello spruzzare latte di smalto giallo o blu.
La soluzione sta nel raziocinio, oltre che nel ritorno della passione politica. E se sulla fortuna del prevalere del raziocinio con le scimmie umane c'è poca speranza possibile, almeno sul COMING OUT della passione politica, anche per i giovinastri, qualche residuale speme è forse d'uopo nutrirla ancora. O almeno fino al prossimo attacco di macachi a pittura fresca.