Processo Open Arms, Conte fa lo scaricabarile: "Proponente del mancato sbarco fu Salvini"
Nuova udienza del processo Open Arms che vede Salvini indagato per sequestro di persona. In aula anche Di Maio, Lamorgese e Conte con quest'ultimo che prende le distanze dall'ex ministro dell'Interno
Riparte il processo Open Arms. Oggi a Palermo oltre a Matteo Salvini sono presenti anche Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese. I primi due facenti parte del governo Conte 1 che sono stati ascoltati nel corso della mattinata. L'ex ministro dell'Interno torna a difendersi e sui social scrive: "Oggi sono per l'ennesima volta a Palermo, nell'aula bunker dell'Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo Open Arms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l'Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge", e prende in giro i suoi ex alleati: "Sono attesi come testimoni dell'accusa Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, non ci annoieremo".
Processo Open Arms, in aula Salvini, Conte, Di Maio e Lamorgese
È un Giuseppe Conte al vetriolo quello che risponde alla procuratrice aggiunta Marzia Sabella: "Mai sentito parlare di terroristi a bordo della Open Arms" e "mai sentito parlare di armi o di accordi fra Ong e scafisti, nessuno mi fece cenno a queste circostanze". L'ex premier risponde a Salvini il quale tre anni fa si rifiutava di far sbarcare i 147 migranti a bordo della Ong, elencando una serie di motivi tra cui quelli enunciati da Conte.
L'ex vicepremier è infatti indagato per sequestro di persona, e Conte nonostante fu il Presidente del Consiglio dell'allora governo prova a smarcarsi: "Proponente fu Salvini" e si prende il merito per la redistribuzione dei migranti in Europa. Poi precisa: "I migranti potevano sicuramente sbarcare anche prima che si completasse l'iter di redistribuzione delle quote in Europa". E rimarca come all'epoca "i minori non potevano restare a bordo"
Conte prende le sue difese e si smarca da Salvini
Conte continua a prendere le difese del governo, le sue in particolare e ammette come sul mancato sbarco della Open Arms il principale imputato sia Salvini. All'epoca sia l'ex ministro dell'Interno che Conte e Di Maio erano d'accordo con la nuova linea dura facendosi fotografare con il documento del decreto sicurezza. Ma Conte: "Non ricordo delle interlocuzioni con il ministro Salvini. A me infastidiva il fatto che una lettera che era mirata a risolvere un problema fosse stata diffusa dal destinatario senza chiedere al mittente l'autorizzazione", aggiunge Conte.
"C'era un clima incandescente rispetto a una competizione elettorale che poteva essere imminente e si voleva rappresentare un presidente del Consiglio debole sul fenomeno immigratorio mentre il ministro dell'Interno aveva una posizione di rigore, questo era il clima politico di quel periodo". E ribadisce: "Sollecitai il ministro Salvini a far sbarcare i minori a bordo della Open Arms perché secondo me era un tema da risolvere al di là di tutto.
L'intervento di Lamorgese
L'ex ministra dell'Interno Luciana Lamorgese che subentrò proprio a Matteo Salvini col Conte 2, presente anch'essa in aula oggi ha dichiarato: "Durante il periodo in cui sono stata ministro non ho mai negato la concessione di un porto sicuro e non ho mai emesso un decreto di interdizione tranne durante la pandemia, quando l'Italia non era più un paese sicuro, ma per ragioni sanitarie".
Sui tempi della concessione del pos: "Prima della pandemia la permanenza in mare dei migranti a bordo era di 3 o 4 giorni come media, poi ci sono stati dei casi che sono durati di più, anche 7-8 giorni", ammette l'ex ministra. "Noi abbiamo messo sempre in primo piano il salvataggio delle persone" attacca, rimarcando come durante il suo dicastero "eventuali irregolarità potevano riguardare il mancato rispetto della filiera nella comunicazione dei salvataggi, non altro".