Paolo Calissano, indagato l'avvocato ex tutore per prelievi sospetti prima della morte: "Spariti 70mila euro"

I familiari dell'attore trovato morto il 29 dicembre 2021 per un’intossicazione da farmaci anti-depressivi, hanno presentato due esposti contro l’amministratore di sostegno Matteo Minna, che si difende dalle accuse

"Bonifici sospetti del valore di 70mila euro", così i familiari dell'attore Paolo Calissano, trovato morto il 29 dicembre 2021 per un’intossicazione da farmaci anti-depressivi all'età di 54 anni, hanno presentato due esposti contro l’amministratore di sostegno, e storico legale dell’attore, Matteo Minna.

Paolo Calissano, indagato l'ex tutore per prelievi sospetti prima della morte

Due denunce per l'ex tutore dell'attore: la prima per peculato, diversi mesi fa sul tavolo del pm genovese Francesco Cardona Albini, che ha deciso di verificare le accuse affidando gli accertamenti alla Guardia di Finanza. La seconda, sempre da parte dei familiari, che ora accusano l’amministratore di circonvenzione di incapace

La Guardia di Finanza sta setacciando i documenti contabili dell’attore scomparso nel 2021 e quelli di un paio di aziende in cui aveva investito. I soldi sul conto di Paolo Calissano sarebbero spariti poco a poco, soprattutto da quando le finanze dell’attore  sono state gestite da un amministratore di sostegno, su disposizione del tribunale di Genova nel 2006, l’avvocato Matteo Minna. 

"Bonifici sospetti del valore di 70mila euro" dal conto di Paolo Calissano

Si è partiti da circa 70mila euro circa, usciti dal conto personale di Calissano e destinati all’amministratore, la causale sono spese legate a una società di cui l’attore era socio, l’Autopark V Maggio Srl. Ma la cifra su cui sta indagando la Procura è molto più alta e arriverebbe fino a circa 1 milione di euro

Lo stesso legale, ha ricordato come il suo rapporto con Calissano sia durato ben 15 anni e che “rispetto a qualsiasi accusa mi difenderò nelle sede opportune”. Il fratello dell’attore invece, parlando dell’inchiesta sulla morte a Roma, aveva detto che “Paolo non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi. Quella sera Paolo accettò il rischio di morire, molto probabilmente. Quell’indagine ha fatto un pezzo di strada, ma nel frattempo ne sono state aperte altre presso altre Procure”.