Polli bio Fileni nel mirino di Report: presi a calci dagli allevatori e niente vita all'aria aperta

L’azienda marchigiana Fileni è finita nel mirino delle accuse per un presunto mancato rispetto di parametri affini al marchio bio e per maltrattamento degli animali allevati

L’azienda Fileni, fiore all’occhiello dell’industria marchigiana, è finita nel mirino della trasmissione Report per un presunto mancato rispetto di alcuni parametri affini al marchio bio e per maltrattamento degli animali. La Fileni dichiara che il 33% delle superfici dei propri allevamenti è certificato marchio bio, ma stando a quanto denunciato da Report sarebbero al massimo solo l’11%. E l’elenco dei presunti orrori continua. L'inchiesta andata in onda lunedì 9 gennaio 2023 sta suscitando molto clamore, nonostante quanto reclamizzato dall'azienda stessa in propria difesa.  

Polli bio fileni nel mirino di Report

Fileni è la terza industria d’Italia per la produzione di carne di pollo, che ogni anno nei suoi capannoni ospita 50 milioni di esemplari. Colosso del settore, da tempo si fregia del marchio bio, che ora sembra vacillare. Per poter vantare del marchio bio infatti, devono essere rispettati alcuni parametri di riferimento, tra cui il fatto che i polli dovrebbero trascorrere un terzo della loro vita all’aria aperta. Ma dalle immagini riprese di nascosto dalla Lav (associazione in difesa degli animali), emergerebbe che per giorni gli animali non uscirebbero dagli stabilimenti, dove trascorrono invece larga parte della loro esistenza.

Il fattore che ha generato maggiore scandalo è però la soppressione in modi brutali di alcuni animali da parte degli operai. Il metodo più diffuso sarebbe quello della torsione del collo, ma le immagini riprendono anche alcuni uomini intenti a prendere a calci i polli e a lasciarli agonizzanti a terra. Una pratica, oltre che disumana, anche pericolosa ai fini della condizione igienica dello stabilimento stesso.

Fileni, il maltrattamento degli animali negli allevamenti dell'azienda 

Il motivo per cui questi animali verrebbero soppressi, secondo la testimonianza di un ex operaio, è perché non sono "abbastanza grossi", oppure perché non raggiungono l’altezza standard per essere macellati. In fase di macellazione, infatti, se il pollo non arriva al taglio del collo rischia di bloccare il processo e quindi di rallentare tutto il sistema produttivo. 

Dunque secondo l’associazione animalista, l’industria marchigiana non rispetterebbe i termini per la denominazione bio. L’azienda avrebbe subito inviato una mail di risposta alla redazione della trasmissione, adducendo che in poche ore di osservazione non si può rappresentare correttamente la situazione e che la rappresentazione fornita dal servizio televisivo è una mistificazione della realtà.