Funerali Ratzinger, un giallo internazionale: perché Biden non era presente?

Probabilmente Ratzinger non ha voluto il presidente statunitense in quanto non ha mai accettato la dittatura del relativismo connessa al neoliberismo progressista made in USA

Sembra configurarsi a tutti gli effetti come un giallo internazionale quello relativo alla discussa assenza di Joe Biden ai funerali di Ratzinger. Si tratta semplicemente di un caso, dovuto ai troppi impegni del presidente statunitense e a loro imprevisto accavallarsi? O, come è emerso da indiscrezioni, dipende dalle esplicite volontà del pontefice, che apertamente avrebbe chiesto l'assenza di Biden alle proprie esequie? E perché Ratzinger avrebbe voluto escludere Biden dal proprio funerale? "Libero" e altri quotidiani lasciano intendere che tale scelta dipenderebbe in ultima istanza dalle posizioni irricevibili dell'America dem sul tema dell'aborto. Ma se davvero fosse così, allora molti altri presidenti non sarebbero dovuti essere stati ammessi. Plausibilmente, la verità è un'altra: Ratzinger non ha voluto il presidente statunitense in quanto non ha mai accettato la dittatura del relativismo connessa al neoliberismo progressista made in USA. Detto altrimenti, nella civiltà del dollaro e nella sua deregolamentazione integrale sia economica sia antropologica Ratzinger non ha mai fatto mistero di ravvisare il nemico principale: quello contro il quale ha provato eroicamente a resistere come teologo e come pontefice, battendosi strenuamente contro la "dittatura del relativismo ", come egli magnificamente la appellava. Del resto, non possiamo dimenticare le parole rivolte da Ratzinger in relazione alla figura di Obama: del quale riconosceva certo la grande statura di politico, ma di cui al tempo stesso non faceva mistero di non condividere la linea generale. E proprio Ratzinger aveva invece mostrato grande attenzione e grande rispetto per la Russia di Putin nel 2007, spendendo per il presidente russo ben altre parole rispetto a quelle assai tiepide spese per Obama. Vi è anche chi, su "Limes", ha sostenuto che la "caduta", se così vogliamo appellarla, di Ratzinger dipese proprio dalla sua apertura alla Russia. Né deve essere dimenticato che come emerge da Vaticanleaks proprio i dem americani avevano pensato a una sorta di primavera araba in Vaticano, volta a sostituire Ratzinger con un pontefice maggiormente allineato al neoliberismo progressista e alla dittatura del relativismo.

di Diego Fusaro