Coppie gay, "madre" e "padre" restano nella carta d'identità dei figli: nessun dietrofront del governo

No dietrofront del governo dopo che la decisione del Tribunale di Roma ha dato ragione a due mamme sulla dicitura "genitore 1" e "genitore 2". “Chi non ci sta faccia ricorso”, replica l'esecutivo, aggiungendo che si è trattato di una "sentenza individuale"

Le parole "madre" e "padre" rimarranno nella carta d'identità. Il governo non apporrà alcuna modifica dopo la sentenza del Tribunale di Roma che qualche settimana fa ha dato ragione a due mamme, sul sì alla dicitura "genitore 1 e 2" per una coppia di donne omosessuali. L'esecutivo all'epoca dei fatti rispondeva quanto segue: "La decisione sarà esaminata dal Governo con particolare attenzione perché presenta evidenti problemi di esecuzione e mette a rischio il sistema di identificazione personale". La risposta è arrivata e sul documento rimarrà l'abbinata madre/padre.

Coppie gay, "madre" e "padre" restano nella carta d'identità

Per la gioia di Salvini, che sui social ha commentato: "Mamma e papà, le parole più belle e dolci del mondo, non si toccano". Una vittoria per il ministro della infrastrutture e dei trasporti dopo che la sentenza dello scorso novembre aveva fornito indicazioni sulle descrizioni da inserire all’interno dei documenti da presentare per richiedere la carta d’identità di un minore. Il tutto era stato messo nero su bianco nel decreto Salvini del 2019, all'epoca del Conte 1.

Poi le polemiche scaturite dalle coppie gay, le quali hanno contestato una dicitura che per l'ex ministro dell'Interno non è mai stata in discussione. Neppure dopo la sentenza maturata dal tribunale capitolino. Lo ha confermato la ministra della famiglia Eugenia Roccella, la quale ha spiegato che si è trattato di una "sentenza individuale". Al tempo, Matteo Salvini commentò: "Il fatto che a qualcuno diano fastidio le parole 'mamma' e 'papà' che sono le parole più belle del mondo è surreale. Nessuno di noi nasce senza una mamma e un papà".

"Madre" e "padre" nella carta d'identità, il governo: "Tanto rumore per nulla"

Roccella spiega: "Si è fatto tanto rumore per quella decisione ma si tratta di una sentenza individuale, dunque vale per la singola coppia che ha fatto ricorso". Sulla carta d'identità, aggiunge la ministra, "rimarrà scritto madre e padre", mentre chi non ci sta potrà fare ricorso".