Boris Becker racconta la sua prigione 'Sei solo un numero, a nessuno importa di te'
Lezione dolorosa per il campione di tennis tedesco appena uscito da un carcere londinese
Uno dei tennisti più famoso al mondo, Boris Becker, ha parlato per la prima volta da quando è uscito dal carcere e tornato in Germania da Londra, dove era detenuto per bancarotta fraudolenta. Lo sportivo vincitore di sei titoli Slam è stato rilasciato dalla prigione di Huntercombe nella quale sarebbe dovuto rimanere due anni e mezzo, ma i suoi avvocati sono stati bravi a sfruttare il cavillo secondo cui i cittadini stranieri condannati a più di dodici mesi di reclusione possono essere rimandati nel paese d'origine. Boris parlerà in televisione nella prima intervista dopo il rientro patria, un assegno da cinquecentomila euro per raccontare la dura vita dietro le sbarre su Sat1. La Bild, intanto, ha anticipato parte di quanto ha rivelato Becker: "In cella non sei nessuno, solo un numero - ha raccontato -. Il mio era A2923EV. Nessuno mi chiamava per nome o per cognome ma solo con la matricola, a nessuno frega niente di chi sei". Il campione di Wimbledon ha poi spiegato che in carcere ha riscoperto il "vecchio Boris": "Ho ritrovato la persona che ero un giorno, ho imparato una dura lezione, costosa e molto dolorosa. Ho capito che le cose accadono sempre per un motivo". Secondo quanto racconta il quotidiano tedesco, Bum Bum era impegnato a lavorare come assistente dell'allenatore nella prigione mettendo la sua esperienza e conoscenza al servizio dei suoi coetanei. Lui stesso poi si è preso cura del proprio fisico passando ore in palestra. Becker ora resterà nella sua nazione e ha il divieto di rientrare sul suolo britannico. La prima preoccupazione dell'ex giocatore è quella di rimettere in sesto la sua situazione economica, ma può essere fiducioso avendo già firmato diversi contratti milionari …