Qatargate, oggi l'udienza di estradizione per la moglie di Panzeri: la Colleoni rende dichiarazioni spontanee
L'avvocato di Maria Colleoni ha chiesto che la moglie di Antonio Panzeri prosegua con i domiciliari non essendoci stata la violazione della misura detentiva, si attende la decisione del giudice
L'avvocato Angelo de Riso che difende Maria Dolores Colleoni, la moglie dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri, alle 12:30, prima di entrare in aula per l'udienza dove è stato presentato il nulla osta per la richiesta di estradizione, ha dichiarato che "oggi discuteremo, non ho altro da dire".
Qatargate, Maria Colleoni rilascia dichiarazioni spontanee
La richiesta di estradizione per Maria Dolores Colleoni e per sua figlia Silvia Panzeri deriva proprio dal fatto che sono rispettivamente la moglie e la figlia di Antonio Panzeri, considerato dal giudice De Pasquale la mente dell'organizzazione alla base dell'inchiesta Qatargate che ha visto una corruzione a Bruxelles generata da presunte mazzette dal Qatar, e che ha fatto scattare una richiesta d'arresto europeo anche per la moglie dell'eurodeputato.
Secondo il calendario del tribunale di Brescia, questa mattina si sarebbe deciso soltanto del nulla osta per l'estradizione della moglie di Antonio Panzeri, mentre l'udienza fissata per la figlia è rimandata a domani. Nell'udienza di questa mattina dinanzi ai giudici della Corte d'Appello di Brescia, la moglie dell'ex eurodeputato ha deciso di rilasciare delle dichiarazioni spontanee utili ai fini dell'inchiesta. Sia Maria Dolores Colleoni che la figlia Silvia Panzeri sono accusate di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio.
Qatargate, l'avvocato Angelo de Riso richiede di proseguire i domiciliari
L'udienza è durata circa mezz'ora e la decisione prevista entro le 16:30. Il procuratore generale ha chiesto la consegna alle autorità belghe.
L'avvocato della donna ha dichiarato di aver deciso di depositare una memoria sulla base dei propri diritti di indagata, sostenendo che non ci sono ragioni perché la Colleoni venga consegnata. Il carcere sarebbe una misura effettivamente più "grave dei domiciliari, stabiliti dal giudice italiano" e potrebbero coincidere anche con "una violazione della convenzione dei diritti dell'uomo, perché la misura sarebbe aggravata senza che l'indagato abbia violato i domiciliari".
L'avvocato inoltre ha specificato che se dovessero essere necessarie "altre attività istruttorie, gli interrogatori possono essere fatti anche a distanza e quindi non c'è alcuna motivazione per estradare in Belgio Maria Colleoni".
Le accuse a Maria Colleoni e alla figlia Silvia Panzeri
I difensori della donna, gli avvocati Angelo De Riso e Nicola Colli, si sono dunque opposti alla richiesta di estradizione fatta da Bruxelles con una memoria difensiva che chiede innanzitutto ai giudici un rinvio dell’udienza "vista la complessità del caso". E spiega che "l’eventuale consegna porterebbe la donna in carcere. Una misura immotivatamente più afflittiva dei domiciliari che sono stati disposti per lei dai magistrati italiani dopo l’arresto e che per questo viola la Convenzione europea dei diritti dell’uomo", hanno dichiarato i legali al termine dell’udienza in cui Colleoni, presente in aula, ha preso la parola per rispondere alle accuse che le vengono mosse dal giudice istruttore Michel Claise.
E le accuse sono appunto gravi: secondo quanto riportato nel mandato e così come notiziato da La Stampa, la Colleoni e la figlia Silvia Panzeri avrebbero partecipato al trasporto di "doni" consegnati dall’ambasciatore del Marocco in Polonia, Abderrahim Atmoun.
Panzeri e la moglie avrebbero usato spesso la carta di credito di un terzo uomo chiamato solo con l'appellativo "Gigante". Colleoni, per gli investigatori, avrebbe sempre cercato di esercitare un certo "controllo" sulle azioni del marito. Intercettata nel corso delle indagini, si sarebbe preoccupata delle vacanze di Natale, dicendo di "non potersi più permettere di spendere 100 mila euro come lo scorso anno".