Rapimento Orlandi, nuovi audio incriminano il Vaticano: "Si sono rivolti al mafioso De Pedis"

Dopo 14 anni, salta fuori l'intervista che il cronista Ambrosini fece a un anonimo informatore malavitoso, che conferma la versione più oscura: il mafioso De Pedis si occupò di rapire le ragazze

"Questo è uno strano Paese, della verità non interessa a nessuno". Così un ignoto informatore legato agli ambienti della Banda della Magliana, intervistato da Alessandro Ambrosini, cronista di nera con un passato nell'estrema destra, commenta la vicenda del rapimento Orlandi. Eppure proprio questa sua intervista del 2009, riemersa dopo 14 lunghi anni, potrebbe costituire il tassello finale per ricomporre il mosaico di questa oscura vicenda. L'ignoto malavitoso conferma: Renatino de Pedis, boss della mala romana e pieno di contatti in Vaticano, si occupò di fare sparire Emanuela OrlandiMirella Gregori.

Rapimento Orlandi, l'intervista anonima conferma: "Una schifezza, hanno appaltato di rapimenti a De Pedis"

Una vicenda, dunque, davvero oscura, che confermerebbe il legame tra i due rapimenti, nonché la tacita approvazione di esponenti dello Stato. Secondo l'informatore anonimo, le due ragazze erano coinvolte in un giro di stuprimolestiepedofilia legato ad ambienti di altissimi prelati del Vaticano

Proprio alcuni cappellani del carcere Regina Coeli sarebbero coloro che hanno coinvolto De Pedis: un certo "cappellano calabrese" avrebbe chiamato il boss Renatino: "I cappellani del carcere, uno era calabrese, un altro un furbacchione. Un certo Luigi, un certo padre Pietro, non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto: 'Sta succedendo questo, ci puoi dare una mano?'. Punto. Il resto sono tutte cazzate."

Insomma, De Pedis avrebbe compiuto effettivamente il rapimento, ottenendo così il favore dal Cardinale Poletti di essere seppellito a Sant'Apollinare, dove effettivamente fu trovata la sua salma con tanto di documentazione a riguardo, come sostenuto in quella fatale telefonata anonima del 2005.

Secondo l'informatore anonimo, questa verità era dunque conosciuta dai servizi segreti, ma "con questa verità non ci fate niente": gli interessi a non fare scoppiare lo scandalo erano troppo alti. E conclude: "Questo è uno strano Paese, della verità non interessa a nessuno". Ed è vero. Resta da capire perché Ambrosini abbia rivelato questi dati fondamentali 14 anni in ritardo...