Brt e Geodis, sequestro preventivo da 102 milioni per presunta evasione e frode fiscale

Il 60% dei lavoratori delle due multinazionali sarebbe stato assunto tramite uno schema illecito comprendente finte società di somministrazione di manodopera

Oltre cento finanzieri sono impegnati da mesi in perquisizioni fisiche e in verifiche fiscali nelle sedi di Milano, Bologna, Firenze, Pavia e Treviso di due colossi della logistica, Brt (ex Bartolini) e Geodis: oggi, su ordine del pubblico ministero di Milano Paolo Storari, sono stati preventivamente sequestrati beni per 102 milioni di euro. Le indagini avrebbero svelato una rete di frode fiscale e evasione.

Brt e Geodis: le indagini per evasione e truffa 

Nei confronti delle due multinazionali la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano ha coordinato le indagini fra il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e il Settore Contrasto Illeciti dell'Agenzia delle Entrate. Si vede indagato anche Giorgio Bartolini, presidente di Brt che nel 2021 ha fatturato 1,7 miliardi, perché su di lui ricade la responsabilità amministrativa dei presunti illeciti, fra i quali figurano frode fiscale riguardante la somministrazione del lavoro ed evasione fiscale per false fatture che vanno dal 2016 al 2021.

Il decreto di 47 pagine afferma, infatti, che le aziende abbiano "effettuato indebite compensazioni di imposte con crediti fiscali inesistenti". Oltre a Brt, il maggior beneficiario sarebbe Antonio Suma, intestatario di una delle aziende farlocche di somministrazione, che tra il 2014 e il 2021 avrebbe avuto entrate per oltre 10 milioni di euro.

Truffa sugli appalti di somministrazione del lavoro

Fra le accuse, spicca la frode fiscale perpetrata tramite fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera. Le indagini hanno ripercorso la filiera della manodopera scoprendo un complesso schema di frode: le multinazionali avrebbero assunto tramite finte cooperative (chiamate anche "società serbatoio") che, succedendosi nel tempo ma rimanendo sotto un'unica regia, avrebbero omesso sistematicamente il versamento dell'IVA e gli oneri di natura previdenziale e assistenziale, così da avvantaggiare sia le false società che le multinazionali.

Talvolta, invece, queste società erano frapposte fra la multinazionale e le società committenti, così da risultare "società filtro" che sono comunque in grado di evadere. Il documento della Procura evidenzia come non vi fosse alcuna "tutela per i lavoratori, 'costretti' a passare da una cooperativa all'altra, pena la perdita del posto di lavoro". I lavoratori coinvolti sarebbero oltre 3100, ossia "oltre il 60% della forza lavoro complessiva.