Costituzione italiana, non più "Stato di diritto" ma "Stato etico" che determina i “criteri di moralità ai quali l’uomo deve ispirarsi”

Ciò che vediamo oggi, attorno a noi, non è esattamente lo Stato di Diritto, quale frutto degli ideali di quelle nobile Anime, bensì un mesto ed autoritario Stato etico, che determina i “criteri di moralità ai quali l’uomo deve ispirarsi”

Ho avuto la fortuna ed il piacere di partecipare all’iniziativa IN CAMMINO PER LA COSTITUZIONE, unitamente a tanti valorosi ed autorevoli giuristi e cittadini comuni, animati da grande senso di Giustizia e Verità: unici principi, che il buio evo che ci ospita, non potrà mai cancellare; il faro che ci guida nella tempesta perfetta, che stiamo attraversando sotto ogni profilo.
Nell’occasione appena citata ho avuto modo di rileggere e studiare più approfonditamente parte dei lavori preparatori alla redazione della Carta Costituzionale, la migliore che l’homo italicus post ventennio fascista poteva produrre.
La meraviglia e lo stupore hanno contrassegnato, quali emozioni principali, la lettura dei passi che i veri Padri della nostra Repubblica avevano realizzato nel corso di vari mesi, successivi alla conclusione dell’ultimo conflitto bellico mondiale.
Meraviglia e stupore di apprendere l’esistenza di Uomini realmente “superiori”, fisicamente vestiti di umili panni, ma dotati di un’Anima unica e pura, univocamente diretta alla realizzazione del Bene per il Popolo Italico, decretato quale Sovrano della Nazione tutta.
Li immagino quali genitori amorevoli e premurosi, allorquando decretavano la primazìa dell’UOMO sullo Stato:
 
(Dossetti): “Indubbiamente la Costituzione, anche prescindendosi da impostazioni ideologiche, non potrà non affermare energicamente il principio che l'uomo, la persona, ha dei diritti antecedenti allo Stato e che lo Stato non costituisce questi diritti ma semplicemente li dichiara, li riconosce. Sotto questo profilo non si tratta di spiritualismo, di vita presente o di vita eterna...”.
 
Continuava nel solco dell’encomiabile pensiero del Collega Dossetti, l’On. Aldo Moro: “.... si respinge, con l'affermazione dell'autonomia e della priorità della persona umana, l'idea di uno stato totalitario in senso stretto, come una entità a sé stante che determini essa stessa i criteri di moralità ai quali l'uomo deve ispirarsi. Non si tratta di limitare il potere esecutivo soltanto, si tratta di limitare anche il potere legislativo di fronte a determinate aberrazioni. Occorre soprattutto affermare la dignità della persona umana, senza sminuire però l'autorità dello Stato, creando anzi uno Stato forte e realizzando una giustizia forte. Respinta l'idea dello Stato come entità a sé stante, sostengo la necessità di affermare la dignità dello Stato democratico, espressione di un sistema di realizzazioni umane di cui l'uomo è il punto essenziale di riferimento...”.
 
Musica per le mie orecchie di giurista, cresciuta nell’alveo di un autorevole Stato di Diritto ed attualmente brancolante fra le desolate macerie di quell’impianto “forte”, dotato di una “giustizia forte” -come desiderava Aldo Moro- e perito sotto i dardi di un’infame orda di famelici figuri, al soldo di poteri sovranazionali.
Ciò che vediamo oggi, attorno a noi, non è esattamente lo Stato di Diritto, quale frutto degli ideali di quelle nobile Anime, bensì un mesto ed autoritario Stato etico, che determina i “criteri di moralità ai quali l’uomo deve ispirarsi”, esattamente ciò da cui i nostri Costituenti intendevano prendere le distanze, memori del peggior periodo totalitarista, cui gli uomini dell’epoca avevano dato i natali.
 
E quando leggo quelle pagine di Storia, nata grazie a personaggi di rilievo, quali gli On. Togliatti, Moro, Dossetti, Lucifero, Calamandrei (“La libertà è come l’aria, ti rendi conto di quanto sia importante quando inizia a mancare”) e mi volgo a guardare mestamente chi oggi occupa i più alti scranni politici, governativi e di giustizia e quali becere parole promanano quelle bocche e quali limitati pensieri producono quelle menti, non posso che tornare al ricordo dei nostri Costituenti e augurarmi che da qualche parte possa ancora esistere l’afflato della loro Coscienza ad animare i cuori di coloro, che resistendo, testimoniano che “L’UOMO E’ IL PUNTO ESSENZIALE”.
E “l’essenziale è invisibile agli occhi”, poveri di Spirito.

Di Avv. Valeria Panetta