Covid, falsi tamponi positivi per ottenere il green pass: 11 indagati a Varese. I test costavano 500 euro l'uno

Una parola d'ordine e 500 euro per aggirare l'obbligo vaccinale ed ottenere un falso tampone positivo. Tra la rete di indagati risultano anche due infermieri

A Varese, 11 persone sono indagate per un giro di falsi tamponi covid, pagati circa 500 euro l'uno e utilizzati per consentire ai clienti di ottenere il green pass senza effettuare il vaccino o realmente contrarre il virus.

Covid, falsi tamponi positivi per ottenere il green pass

Tra gli indagati ci sono anche due infermieri che operavano all'esterno di una farmacia, che risultata però del tutto estranea alla vicenda. Attraverso una "parola d'ordine" scelta in precedenza, a chi voleva ottenere il green pass illegalmente, bastava pagare 500 euro e il suo tampone risultava magicamente positivo, così da certificare l'avvenuta infezione da Covid ed evitare il vaccino. Si aspettava poi una settimana per tornare in farmacia per il tampone di controllo, che dava ovviamente esito negativo, ed il sistema era stato aggirato.

A fare da intermediario era uno degli indagati, che si spostava dal Piemonte alla Lombardia, tramite contatti ottenuti all'interno di una presunta rete No vax, proponendo il tampone fasullo per aggirare la normativa sul green pass

Covid, a Varese falsi tamponi positivi a 500 euro 

È questa l’ipotesi della procura di Varese, che sta indagando su 2 infermieri e altre 9 persone coinvolte, che avrebbero organizzato questo stratagemma per ingannare le autorità sanitarie ed evitare il vaccino. Uno dei due infermieri indagati era stato già sospeso dall’Ordine professionale per aver rifiutato il vaccino, mentre non è chiaro quante persone avrebbero usufruito di questo sistema, aggirando l’obbligo vaccinale. Gli accertamenti sono ancora in corso, per rintracciare i "furbi" che hanno approfittato dello stratagemma ed evitarne di nuovi.

Covid, le norme vigenti del green pass

Le norme attuali del "passaporto sanitario", modificate nel corso dei mesi a seconda della situazione pandemica, prevedono fino al 31 dicembre, l'esibizione ai visitatori per poter accedere ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere e Rsa.