Ospedale di Saronno, mazzette all'obitorio per vedere i parenti morti di Covid: due arresti e otto misure di interdizione
Corruzione all'obitorio di Saronno: gli impresari davano mazzette al personale sanitario per svariate attività illecite
Episodio di corruzione e mazzette all'obitorio di Saronno: questo hanno portato alla luce le indagini della Procura di Busto Arsizio e dai carabinieri di Saronno, che dopo alcune segnalazioni risalenti al novembre 2020 hanno approfondito quanto è avvenuto nell'obitorio della cittadina in provincia di Como durante l'emergenza covid. Al momento le indagini hanno portato a due arresti e otto misure di interdizione.
Mazzette a Saronno, la scoperta degli inquirenti
Uno schema reiterato quello portato avanti dagli impresari di diverse ditte della zona di Saronno, e da più lavoratori dell'obitorio dell'ospedale cittadino. Secondo quanto scoperto dai carabinieri di Saronno, 4 titolari delle pompe funebri della zona avrebbero pagato mazzette a diversi dipendenti dell'ospedale, uno dei quali è già stato arrestato, per spingere i parenti dei defunti alla scelta dell'impresa a cui affidare il servizio funebre; il "pacchetto" comprendeva l'ottenimento di informazioni in tempo celere, la vestizione e ricomposizione delle salme ed altri servizi illegali.
Dalle intercettazioni telefoniche e video relative all'indagine sulle mazzette, è stato scoperto che i dipendenti corrotti portavano avanti svariate attività illegali dietro pagamento. C'è chi ha mostrato le salme dei parenti morti, nonostante essi fossero risultati come positivi al covid, violando dunque apertamente le norme anticontagio, ma i "servizi" proposti dal personale dell'obitorio di Saronno non si fermano certo qui: un operatore ha ricevuto 50 euro per rasare la barba ad un defunto, un altro ha ricevuto la stessa cifra per "essersi attivato per conoscere l'esito del tampone", un altro ancora mostrò il corpo del padre alla figlia, prima di chiudere la bara. Oltre i servizi dietro mazzette, anche la più classica delle truffe: darsi malato a lavoro per fornire prestazioni in studi professionali. Insomma, un bel giro d'affari, strutturato da tempo e perfettamente funzionante, scoperto grazie alle segnalazioni fatte dalla direzione sanitaria che, per fortuna non ha chiuso un occhio sul losco giro d'affari di Saronno.
I reati ipotizzati fino ad ora sono quelli di corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
Per il momento oltre gli arresti, la Procura ha deciso per rilasciare: due divieti di esercizio della professione medica, quattro divieti dell'esercizio della professione di impresario funebre, due di sospensione dell'esercizio di mansioni di addetto all'obitorio, con divieto di chiudere nuovi contratti con la pubblica amministrazione.