Legge anti rave party. Perché può avere conseguenze pericolose
Ecco cosa potrebbe accadere...
Molto si è discusso del vergognoso rave party di Modena. Il rave party sono contesti di perdizione post moderna, dove giovani potenzialmente rivoluzionari sprecano le loro energie intellettuali lasciandosi annebbiare dai fumi dell'alcool e dall'uso di stupefacenti. Il vecchio sogno del potere, dunque. Vedere giovani che si rimbecilliscono con le droghe anziché unirsi per cambiare l'ordine delle cose. L'operazione blue moon dovrebbe pur averci insegnato qualcosa, se solo sapessimo apprendere dalla storia, che come diceva Gramsci non scolari benché continui a insegnare senza posa. E adesso arriva la norma anti-rave-party. Prima facie, apparirebbe una norma giusta, volta a contrastare lo spaccio di stupefacenti e l'occupazione abusiva di suolo pubblico e privato da parte di sfaccendati annebbiati da sostanze. Preoccupa, però, la sua possibile estensione - non difficilissima da immaginare - ad altri contesti di libera assemblea pubblica.
Si torna alla vecchia questione, ormai nota: l'ordine neoliberale, che sia al potere la destra bluette o la sinistra fucsia, sta comprimendo gli spazi di libertà in nome della sicurezza, secondo quello che abbiamo appellato il "teorema securitario" (cfr. "Golpe globale"). Prima hanno limitato la libertà di assemblea in nome della lotta al nemico invisibile. Chiamarono tale limitazione con la orwelliana formula di "divieto di assembramento". Ora stanno ponendo le basi per tornare a limitarla in nome della sicurezza legata al contrasto dei rave party. Andando al di là della schiuma caotica degli accadimenti, occorre saper cogliere la logica del concetto di sviluppo a cui stiamo assistendo: una riorganizzazione autoritaria degli spazi pubblici, sempre più controllati dal potere, sempre più strutturati in maniera tale da non garantire appieno quella "libertà di assemblea" che è una delle prerogative di uno stato libero e democratico. Ve lo spiego facile facile, dacché mi pare ci sia un lievissimo caso di dissonanza cognitiva generale.
La legge anti-rave-party non parla di rave party, non li cita nemmeno una volta. In compenso, parla di raduni non autorizzati. Con siffatta legge, se fosse stata valida nel 2021, vi sareste potuti prendere fino a sei anni di carcere per le manifestazioni organizzate contro il green pass (infame tessera verde) in quanto "raduni non autorizzati" e, per di più, in grado di rappresentare "un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica". Se non capite nemmeno così, allora davvero valgono le parole di Preve: il messaggio è irricevibile, se il destinatario è irriformabile.
di Diego Fusaro