Seul, il racconto della strage dall'italiana Francesca Di Camillo: “Un muro umano, ci camminavano addosso e non respiravo"
La studentessa che studia Relazioni internazionali alla Yonsei University di Seul ha riferito ai genitori la situazione successa in seguito alla strage di Halloween
La strage di Halloween avvenuta a Seul ha portato con se 153 vittime e 355 dispersi. Una catastrofe, che ha coinvolto per la maggior parte giovanissimi, stranieri e in parte anche un'italiana che come racconta lei stessa ce l'ha fatta a salvarsi. Si chiama Francesca Di Camillo, ha 24 anni e fa la studentessa a Popoli, in provincia di Pescara. "All’uscita della metropolitana mi sono trovata di fronte migliaia di persone accalcate, tanti i giovanissimi. Quel muro umano mi ha dato un forte senso di soffocamento", dice.
Seul, parla l'italiana Francesca Di Camillo: "Stavo per soffocare"
"Alcune mie colleghe di università si sono addentrate nelle stradine lunghe e strette dove poi si è verificata la tragedia”. La giovane in trasferta per studiare Relazioni internazionali alla Yonsei University di Seul, non appena ha saputo quanto era successo a Itaewon, ha informato la famiglia e gli ha raccontato tutto: “Papà, qui è successo un gran casino, i telegiornali di mezzo mondo ne stanno parlando, ma sto bene e mi sono già allontanata dalla zona del disastro".
Anche Francesca era in mezzo alla calca ma, accortasi della situazione, si è subito defilata assieme alle amiche. "Una ragazza veneta, terrorizzata, ci ha detto per telefono ‘qui ci camminano addosso, non riusciamo a respirare‘. Ho poi saputo che per fortuna si sono tutte salvate trovando riparo in un portone – ha ricostruito Francesca -. La paura è stata tanta. Con le mie amiche italiane dell’università siamo tornate indietro e abbiamo trascorso la serata ad un’altra festa di Halloween molto meno affollata”.
Il padre Attilio spiega: "Mia figlia mi ha chiamato avvisandomi che la Bbc stava dando la notizia della tragedia, che i morti accertati in quel momento erano solo 15 e ha aggiunto che era al sicuro, lontana da quei posti. So che è rientrata al dormitorio della Yonsei University alle 3 di notte ora locale e che domani (oggi, ndr) deve sostenere un esame. Ha pianto per tutta la notte – ha detto – leggendo i messaggi di persone decedute, un bollettino di morte che si allungava di ora in ora. All’alba l’ateneo si è riempito di polizia".
"Gli agenti hanno bussato al dormitorio perchè ci sono 355 dispersi da rintracciare e cadaveri da identificare, quelli di persone schiacciate nella calca e morte per asfissia. Francesca, in lacrime, ha raccontato di avere ancora negli occhi quelle immagini di ragazzi ammassati come sardine prima che finissero stritolati nella morsa dei vicoli da cui in pochi sono usciti vivi. Un’esperienza per lei sconvolgente”, ha concluso il padre.