Rigassificatore di Piombino, per il Governo è una misura "necessaria" (anche se altamente inquinante): così si giustifica la linea imposta da Washington

Nel caso di Piombino si tratta di un rigassificatore galleggiante che da settembre verrà ormeggiato direttamente nel porto, a stretto contatto con abitazioni, infrastrutture, traghetti, itticoltura. Si tratta di una nave di proporzioni enormi, lunga 293 metri e larga 40

In questo mondo realmente rovesciato, distopico, oppressivo e oscuro, c’è un’immagine che ha prodotto un piccolo ma significativo squarcio nelle tenebre: quella della folla che si è radunata a Piombino sabato 27 agosto per manifestare il proprio dissenso contro l’installazione del Rigassificatore.

Si, va scritto in maiuscolo perché si tratta di una sorta di Entità Divina a cui si prostrano con fede incondizionata adepti inconsapevoli e ignoranti come la senatrice(!) Ronzulli che ha pubblicato un post in cui ha affermato il suo convinto assenso all’infrastruttura “per estrarre gas naturale nazionale e renderci indipendenti”, dimostrando che la qualità principale del nostro ceto politico è quella di credere ciecamente senza conoscere. Infatti la senatrice evidentemente ignora cosa siano i Rigassificatori, nonostante il termine sia piuttosto esplicito.

Del resto la Ronzulli è donna di fede assoluta, come ha dimostrato con il “vaccino” anti Covid. Probabilmente anche il ministro Cingolani venera lo stesso culto della signora Licia dal momento che ha esentato il progetto dalla necessaria valutazione di impatto ambientale e ha chiesto la deroga agli enti europei.

Nel caso di Piombino si tratta di un rigassificatore galleggiante che da settembre verrà ormeggiato direttamente nel porto, a stretto contatto con abitazioni, infrastrutture, traghetti, itticoltura. Si tratta di una nave di proporzioni enormi, lunga 293 metri e larga 40.

Il mostro marino avrà la funzione di lavorare il gas liquefatto di provenienza USA, il GLN, per riportarlo allo stato gassoso utilizzando l’acqua del mare.

Il processo di lavorazione prevede che l’acqua impiegata dall’impianto della nave venga riversata nuovamente in mare con una componente significativa di cloro e a una temperatura inferiore.

Dal punto di vista ambientale basta consultare lo studio curato dal professor Marano, docente di biologia marina all’università di Bari, per capire l’impatto dell’impatto sul territorio.

Gli agenti alogeni utilizzati nel cloro dalla nave sono tossici, mutageni, poco biodegradabili e possono interferire in molti processi metabolici e fisiologici. Anche con dosaggi molto bassi il cloro, insieme alla modificazione del regime termico, può alterare in maniera significativa l’habitat marino.

Ai rischi ambientali vanno aggiunti gli enormi rischi legati alla pericolosità dell’impianto che a regime contiene un potenziale energetico pari a 60 bombe di Hiroshima. Per questo i rigassificatori galleggianti sono normalmente posizionati in aree marine molto distanti dalla costa.

Ma il Governo dei “migliori” ci ha spiegato che si tratta di una misura necessaria per far fronte all’emergenza. E quindi si può agire in deroga perfino al più elementare buon senso.

La cittadinanza è stata avvisata del progetto a nave già acquistata. Non si è rassegnata. Non è stata resiliente ma si è ribellata. Tutti sono accorsi a manifestare. L’immagine della folla che si oppone al Rigassificatore ci mostra plasticamente le enormi criticità della linea imposta a Washington e alla NATO, e quindi alle colonie europee, dalle élite finanziarie.

Le sanzioni alla Russia hanno anche l’obiettivo di rendere accettabile qualcosa che, in situazioni normali, non lo sarebbe, dal punto d vista politico ed economico. Ma la guerra è un’emergenza che si salda all’emergenza “pandemica” e a quella climatica. Viviamo nell’epoca delle emergenze artificiali.

Come si potrebbe altrimenti rendere tollerabile un progetto che comporta elevatissimi pericoli di distruzione dell’habitat marino e che mette in serio pericolo l’economia di una città, la salute e la vita stessa dei suoi abitanti?

Come potrebbe essere altrimenti accettato l’acquisto di gas USA a 84$ mBTU (l’unità di misura USA) contro i circa 2$ del gas russo?

Come potrebbe essere altrimenti accettato un aumento delle bollette di gas e luce del 300, 400, perfino 500%?

Come potrebbe essere altrimenti accettata la chiusura di attività commerciali e unità produttive, perfino di interi distretti, quello delle vetrerie artistiche di Murano e quello delle ceramiche di Modena?

Come potrebbe essere altrimenti accettata la caparbia perseveranza dei governi occidentali nel reiterare azioni scellerate che danneggiano pesantemente l’economia dei loro paesi e le vite dei loro concittadini nonostante qualche esempio virtuoso (Ungheria e Serbia)?

È evidente che la classe politica non è in grado, per inadeguatezza, incapacità e compromissione, di opporsi ai voleri delle élite finanziarie globaliste. Succede perfino in Germania dove il governo sembra lavorare per radere al suolo il tessuto produttivo.

L’Italia in questo è un laboratorio all’avanguardia.

Il governo è guidato direttamente da un banchiere, dall’ex membro anziano del Gruppo dei Trenta, che ha redatto e firmato un documento in cui si propugna “la distruzione creativa” di parte delle imprese, quelle non controllate dalle solite élite.

La folla di Piombino che si oppone al progetto del Rigassificatore e che afferma con chiarezza che “non bisogna abbassarsi ai ricatti, alle finte urgenze e al potere della finanza” segna un passaggio importante.

Può essere il prodromo di un autunno in cui le coscienze inizino a risvegliarsi e gli occhi comincino a vedere davvero quello che guardano.

Un tempo felice in cui la deficitaria classe politica occidentale si trovi di fronte non un blob informe e orientabile attraverso l’uso di media compiacenti e corrotti ma delle masse coscienti, coese e determinate nella difesa dei propri diritti e dei propri interessi.

Di Marco Pozzi