Gas: a Piombino nave-rigassificatore per trasformare il gas americano. La città è in protesta

Nel tentativo di sopperire alla carenza di gas causata dalla crisi ucraina, il governo, in accordo con la SNAM, ha disposto una nave-rigassificatore che trasformi il gas americano. La presenza della gigantesca struttura nel porto di Piombino ha sollevato la rabbia della cittadinanza e del sindaco, non disposti a tollerare il rigassificatore per più di tre anni

Polemica a Piombino attorno alla nave-rigassificatore destinata a trasformare gas importato dall'America. Questo tentativo di ridurre la dipendenza energetica dal gas russo ha già scatenato l'opposizione unanime di tutte le forze politiche (PD compreso, causando dunque qualche imbarazzo) capitanate dal sindaco Ferrari, con il supporto di tutta la comunità. Quali sono i timori? Innanzitutto le conseguenze ambientali, specialmente sulla pesca e l'itticoltura; ma anche turistiche. Consideriamo che i rigassificatori sono navi lunghe fino a 300 metrilarghe 40: una vera e propria mostruosità vicinissima al porto di Piombino, che danneggerebbe i traghetti e l'immagine della città in generale. 

Il sindaco Ferrari ha affermato che la proposta iniziale, che vedeva la nave ancorata alla banchina di Piombino per 25 anni, non fosse accettabile; alla fine, si è arrivati a un compromesso per cui il rigassificatore stazionerà per 3 anni, periodo in cui ci si aspetta che le criticità energetiche siano attenuate e che la SNAM avrà trovato una località alternativa. Piombino, afferma il sindaco, è già stata costretta ad accettare le acciaierie, non redditizie come si sperava, e questa ultima iniziativa, rischia di compromettere ulteriormente gli aspetti ambientali della città.

Laddove le forze politiche locali appaiono compatte nell'opporsi al progetto, chiedendo al più controlli e rassicurazioni, quelle nazionali sembrano parimenti convinte nella natura assolutamente strategica e fondamentale del rigassificatore. "Questo è tempo in cui non si possono più dire i no", dice il ministro Giorgetti. Di fronte alle crescenti tensioni geopolitiche e alle crisi ambientali ed energetiche, i paesi europei non possono più permettersi di andare sul leggero, e saranno concentrati sul fortificare le proprie infrastrutture a spese degli enti e della realtà locali