Napoli: scandalo attorno alle storie del pizzaiolo omofobo. “Pervertiti e infelici, non faccio il lecchino dei gay”
Il profilo Instagram della pizzeria Dal Presidente, storico locale napoletano, pubblica una storia sgrammatica in cui insulta i gay e afferma di rispettare “la legge di gesucristo che ha creato l’uomo e la donna”. La ragione? Dei clienti gay avrebbero “destabilizzato i bambini”
La pizza nuovamente al centro di uno scandalo mediatico: stavolta non per una questione di materie prime o prezzi, bensì per una serie di storie Instagram dai contenuti pesantemente omofobi pubblicate dal Massimiliano Di Caprio, titolare della pizzeria Dal Presidente, storico locale napoletano in cui mangiò, ai tempi, il presidente USA Bill Clinton. Accuse pesantissime: i gay vengono accusati di “destabilizzare i bambini”, di essere “pervertiti e infelici”, di andare “contro alla legge di Dio”. L’indignazione dei media, come è ovvio, non è tardata a infuriare.
Massimiliano di Caprio, il titolare napoletano che considera i gay contro natura
Riportiamo il messaggio per intero:
«Ascoltatemi bene, a me non me ne fotte di consensi e di avere più clienti e di candidarmi in politica per avere voti ho fare soldi. Io sono uomo e non voglio offendere la legge di gesucristo che a (sic!!) creato uomo e donna e devo essere falso viscido e lecchino dei gay e delle lesbiche, io amo e dico grazie a Dio che mi ha creato uomo e uomo voglio morire a me questo cambiamento degrado che voi umani state attaccando non lo condivido quindi per me siete dei pervertiti infelici e volete far sentire gli altri sbagliati e torturare i bambini che vi guardano in tv e per strada destabilizzandoli ma nascondetevi che siete ridicoli per non dirvi altro»
Alle prime risposte indignate, il titolare non ha evidentemente capito l’antifona, continuando a rincarare la dose con risposte (ricondivise con orgoglio sul profilo Instagram) francamente puerili. A un utente che lo ha definito “troglodita”, Di Caprio risponde «Non mi offendo perché sono uomo uomo il problema ce l’hai tu che ti piace la nocchettina ma non hai il pisellino per poterlo fare e vorresti il mio per fare bella figura». Affermazioni che smentiscono la tesi, ottimisticamente sostenuta da alcuni, che si trattasse di un attacco hacker. Altrove, Massimiliano mette sullo stesso piano gay e pedofili: «cara Monica pensa quello che vuoi la cosa bella che il tuo pensiero non mi interessa devono vergognarsi i pedofili e quelli che fanno del male io ho solo espresso un pensiero a difesa dei bambini a me sta più a cuore un bambino che tu che vieni o non vieni a mangiare la mia pizza». Infine, l'immancabile auto-apologia: «Non sono omofobo, ho amici e lavoratori gay».
La ragione di tutto questo astio? Poco chiara: a quanto pare, la ragione starebbe in un litigio con dei clienti gay della pizzeria, rei di avere “destabilizzato i bambini”. Evidentemente, la coppia deve avere avuto un comportamento che al proprietario non è piaciuto (un bacio in pubblico? Tenersi per mano? Un atteggiamento troppo “esplicitamente omosessuale?), causando un alterco, motivato dalla presenza di infanti potenzialmente traumatizzati (a parere del proprietario) da uno spettacolo del genere. Del resto, alcune recensioni su Tripadvisor già segnalavano comportamenti omofobi da parte del locale.
Sia gli argomenti che le competenze grammaticali di Di Caprio rivelano il profilo di un individuo poco istruito e ossessionato dalla propria mascolinità. Questo di per sé non desta stupore: l’aspetto veramente curioso è il perché il titolare avrebbe dovuto trascinare il proprio locale in un vero e proprio suicidio mediatico, che potrebbe avere conseguenze gravissime. Incidenti come questo dimostrano che molte persone non sono veramente in grado di capire come conviene comportarsi sui social, quali sono i contenuti da pubblicare e quali opinioni è meglio, invece, tenere per sé. Quello che è certo è che Massimiliano lo imparerà presto sulla propria pelle.