Macerata, famiglia morta in casa: “Madre e figlio disabili deceduti per fame”
Il risultato dell'autopsia rivela una drammatica storia di solitudine
Madre e figlio disabili morti in casa di fame e sete a Macerata. Sei mesi dopo il ritrovamento in una villetta di Borgo Santa Croce dei corpi senza vita di due anziani coniugi e del figlio, l'autopsia ha raccontato una storia drammatica di solitudine. L’autopsia svolta dal medico legale Roberto Scendoni e dal tossicologo forense Rino Froldi ha individuato le cause del decesso: l’ex imprenditore 80enne, Eros Canullo, è deceduto per un malore tra la fine di giugno e l’inizio di luglio 2021, mentre Angela Maria Moretti (76 anni) e Alessandro (54 anni) – moglie e figlio – sono morti per inedia. I loro corpi erano stati trovati il 6 settembre nella villa di borgo Santa Croce (Macerata) in avanzato stato di decomposizione. Adesso toccherà alla Procura di Macerata andare avanti nell'inchiesta e valutare se ci sono responsabilità per la fine di questa famiglia le cui condizioni di isolamento erano state segnalate da un conoscente ai servizi sociali del Comune a maggio dello scorso anno senza che, però, a quanto sembra, nessuno sia intervenuto.
Intera famiglia morta a Macerata: la ricostruzione dei fatti
Il figlio Alessandro, da giovane, era rimasto coinvolto in un grave incidente che lo aveva reso invalido. Moretti, logopedista per l’Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), aveva avuto un ictus nel settembre 2020 e, da quel momento, era rimasta bloccata a letto. Canullo, che assisteva entrambi, era solito chiedere aiuto alla Croce Verde quando non riusciva ad aiutare il figlio. La famiglia, che abitava dietro la pizzeria Officina di via Valenti, ha sempre goduto di una buona reputazione nella città marchigiana. Nonostante l’incidente, Alessandro aveva mantenuto i rapporti con gli ex compagni di scuola e il gruppo scout, di cui aveva fatto parte. Ma, per motivi ancora da chiarire, mesi prima del malore di Canullo si era chiusa in sé stessa, isolandosi da parenti e amici.
Un primo campanello d’allarme era stato lo stato fatiscente della casa della famiglia, tanto che i sanitari e un amico avevano fatto alcune segnalazioni. Eros aveva deciso di mettere in vendita una casa e si era rivolto a un’agenzia, ma i dipendenti – non riuscendo più a mettersi in contatto con l’uomo – avevano avvertito i carabinieri. Il 5 agosto gli uomini di una pattugli avevano citofonato, senza però ottenere risposte. Sulla base anche delle informazioni ricevute dai titolari della pizzeria, secondo cui la famiglia trascorreva spesso l’estate al mare, le ricerche erano state chiuse. A settembre, una sorella di Moretti – residente a Milano – aveva segnalato la sua scomparsa, preoccupata dalle mancate risposte al telefono. Tornati nuovamente sul posto ed entrati in casa, gli agenti hanno così trovato i cadaveri dei tre.
Per la moglie e il figlio non ci sono tracce di lesioni o sostanze tossiche, così l’ipotesi è che siano morti di fame, rimasti senza l’unico che si prendeva cura di loro. Adesso la Procura dovrà valutare se – alla luce anche di tutto il materiale raccolto dalla squadra mobile diretta da Matteo Luconi – ci siano responsabilità per quanto accaduto. Intanto la consulenza è stata già acquisita dall’avvocato, Maurizio Gabrielli, che assiste gli eredi con il collega di Milano, Gianluca Paracciani, figlio della sorella di Anna Maria. I familiari hanno chiesto il dissequestro della villetta, e ora dovranno capire come gestire le diverse proprietà immobiliari dei defunti.