Embargo al petrolio russo, non c'è accordo tra i Paesi. Oltre Ungheria e Slovacchia anche la Bulgaria chiede tempo

Dalla Bulgaria arriva la richiesta di maggior tempo per trovare altre fonti. L'Ungheria boccia senza appello la misura

Non c'è accordo al momento sull'embargo di petrolio russo tra i paesi dell'Unione Europea. Oggi, mercoledì 4 maggio era un giorno chiave per tracciare una linea. Il nuovo pacchetto di sanzioni approvate dalla Commissione si scontra contro il muro degli Stati. In particolare come anticipato nei giorni scorsi con l'Ungheria a cui era comunque stata concessa una deroga. Ma oltre al paese di Orban si è aggiunta la Bulgaria che ha chiesto un'eccezione all'applicazione dell'embargo graduale.

Embargo al petrolio russo, anche la Bulgaria spera nell'esenzione

Niente accordo dunque sul tema di embargo al petrolio russo, almeno per ora. E l'Ungheria ha bocciato la proposta nonostante la deroga. Ma anche dalla Bulgaria arrivano i primi problemi. "La Bulgaria può tecnologicamente fare a meno del petrolio russo, ma ciò aumenterebbe notevolmente il costo del carburante”, dice il ministro delle finanze bulgaro. "Da questo punto di vista, se la Commissione europea prevede eccezioni, vorremmo approfittare di queste eccezioni, poiché ciò è nel migliore interesse dei consumatori bulgari, dei trasportatori bulgari e del popolo bulgaro nel suo insieme".

Per la Slovacchia è invece prevista un'esenzione fino alla fine del 2023. Una misura a cui potrebbe unirsi la Bulgaria. Una riunione terminata senza un'intesa sulle proposte presentate dall'esecutvo Ue. Il Coreper tornerà a riunirsi nei prossimi giorni, forse già domani. 

Ue, Von der Leyen: "Elimineremo gradualmente petrolio russo"

La mattinata si era aperta con la nota della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen: "Proponiamo un divieto del petrolio russo, un divieto totale d'importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato". "Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l'impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell'anno".

E poi: "Quando i leader si sono incontrati a Versailles, hanno concordato di eliminare gradualmente la nostra dipendenza dall'energia russa. Nell'ultimo pacchetto di sanzioni, abbiamo iniziato con il carbone. Ora stiamo affrontando la nostra dipendenza dal petrolio russo. Cerchiamo di essere chiari: non sarà facile. Alcuni Stati membri sono fortemente dipendenti dal petrolio russo". E proprio quest'ultimo punto sta tenendo sulle spine l'Europa.