Calzaturieri italiani si ribellano alle sanzioni e volano a Mosca: "Mercato russo vitale"
Circa cinquanta aziende, sostenute dalla Regione Marche, da Bolognafiere e da Assocalzaturifici, in Russia per una fiera di settore: "Questione di vita o di morte"
Calzaturieri italiani si ribellano alle sanzioni e volano a Mosca: "Mercato russo vitale". In Ucraina si combatterà pure per "difendere il mondo democratio", come non si stanca di ripetere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma intanto la lotta per i presunti ideali di libertà rischia di mandare a gambe all'aria decine se non centinaia di piccole e medie imprese italiane. La causa: la decisione di infliggere sanzioni senza precedenti alla Russia dopo l'invasione del Paese. La strategia punta a strangolare l'economia russa ma rischia di soffocare prima gli europei e in primis un Paese votato all'export come l'Italia, nel più classico dei boomerang. In questo contesto è paradigmatica la vicenda di una cinquantina di calzaturieri italiani, la maggior parte marchigiani, che parteciperanno alla Fiera dedicata alle calzature Obuv' Mir Kozhi a Mosca.
Calzaturieri italiani si ribellano a sanzioni e volano a Mosca
Il tutto in barba alle ritorsioni economiche contro Mosca e col supporto della Regione Marche, di Bolognafiere e Assocalzaturifici, l'associazione di categoria legata a Confindustria. Una decisione che in questo clima russofobo non poteva non suscitare polemiche, che puntualmente sono arrivate. "Se la partecipazione a una fiera è consentita, non vedo perché la Regione non dovrebbe dare un sostegno alle imprese, che cercano di tutelare se stesse e, facendolo, tutelano anche l'occupazione e il nostro Pil", ha gettato acqua sul fuoco il presidente delle Marche Francesco Acquaroli.
Da Bolognafiere rispondono invece invocando la necessità di scongiurare eventuali penali ingenti per una rescissione unilaterale di contratti che, come sempre accade in questo settore, sono pluriennali. "Non abbiamo però dato seguito a nuove iniziative che avevamo in cantiere", precisano.
Italia russia: rapporto vitale per molte imprese
E del resto, come dare torto agli imprenditori marchigiani. Per capire quanto per loro sia questione di vita o di morte, come alcuni di loro hanno fatto sapere, basta leggere i dati: secondo l'Istituto del commercio con l'estero l'export in Russia vale 7,7 miliardi di euro. Una cifra enorme, che vede in prima linea il settore delle calzature in cui le Marche svettano come prima regione italiana.
"Tutti vogliamo che la guerra finisca, siamo solidali con gli ucraini, ma così rischiamo di morire anche noi. Abbiamo già sopportato due anni di pandemia e quello russo è stato il solo mercato che ha continuato a tirare. Ora o andiamo a fare nuovi ordini o è la fine", ha dichiarato senza retorica Marino Fabiani, imprenditore di Fermo partito come i suoi colleghi in direzione Mosca. Perché di ideali si vive, ma in alcuni casi si rischia anche di morire.