Italia vieta ingresso nei porti a navi russe

La lista delle esenzioni vede le gasiere e le petroliere, oltre a quelle che portano metalli per l'industria nazionale

L'Italia vieta l'ingresso dei porti alle navi russe. Da domenica 17 aprile 2022, infatti, le navi battenti bandiera russa non potranno più entrare nei porti della nostra penisola. La misura è contenuta in una circolare del Comando generale delle Capitanerie di Porto che ha recepito la direttiva 2022/576 dell’8 aprile dell’Unione europea. Questa ha modificato il precedente regolamento dell’Ue 833/2014, la quale prevedeva le "misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina". 

Italia vieta ingresso nei porti a navi russe

Le navi che in questo momento si trovano a galleggiare in uno dei qualunque porti italiani saranno costrette a lasciarli. Tuttavia questo avverrà dopo il "completamento delle proprie attività commerciali". La nuova sanzione - l'ennesima pensata per aumentare la pressione attorno a Vladimir Putin - sarà applicata anche a tutte le imbarcazioni che, dopo il 24 febbraio 2022, data di inizio della guerra in Ucraina, hanno cambiato la propria bandiera da russa a quella di un’altra nazionalità. 

Il divieto, in ogni caso, non riguarderà le navi che richiederanno accesso ai porti italiani per assistenza, rifugio o che hanno salvato vite in mare. Ma non è ancora finita: le autorità competenti possono autorizzare una nave ad accedere a un porto, "alle condizioni che ritengono appropriate", se questo è necessario per "l'acquisto, l'importazione o il trasporto nell'Unione di gas naturale e petrolio, compresi i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, titanio, alluminio, rame, nichel, palladio, minerali di ferro, nonché taluni prodotti chimici e ferrosi elencati", e anche "l'acquisto, l'importazione o il trasporto di prodotti farmaceutici, medici, agricoli e alimentari, compreso il frumento e i fertilizzanti la cui importazione, il cui acquisto e il cui trasporto sono consentiti ai sensi della presente decisione", e ancora "scopi umanitari", "il trasporto di combustibile nucleare e altri beni strettamente necessari al funzionamento delle capacità nucleari civili" oppure "l'acquisto, l'importazione o il trasporto nell'Unione di carbone e altri combustibili fossili solidi".