Sentenza caso Cucchi, la Cassazione decide. La verità era attesa da 13 anni

La sorella Ilaria: "Fiducia in giustizia non sia delusa"

Ore di attesa per la sentenza della Cassazione sul caso Cucchi. Oggi, lunedì 4 aprile 2022, infatti, i supremi giudici sono chiamati a decidere se confermare o meno la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma. Questa, lo scorso 7 maggio aveva condannato a 13 anni per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro accusati del pestaggio di Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto sette giorni dopo all'ospedale Sandro Pertini di Roma. All'udienza sono presenti i 4 carabinieri imputati.

Processo Cucchi, nel 2009 pestaggio e morte di Stefano: ultimo atto in Cassazione

Domani la sentenza dei supremi giudici per l’omicidio preterintenzionale, giovedì quella di primo grado per 8 cc imputati nel processo sui depistaggi

Sentenza caso Cucchi, la Cassazione decide

"Oggi è un giorno che aspettavamo da molto, adesso ci aspettiamo una conferma delle sentenza di Appello e che dopo 13 anni si arrivi a mettere la parola fine su questa vicenda", ha fatto sapere l’avvocato Stefano Maccioni, legale dei genitori di Stefano Cucchi, entrando in Cassazione. "Questa vicenda ha restituito speranza è fiducia a tante persone, speriamo che questa fiducia non venga delusa", ha continuato Ilaria Cucchi, prima dell’inizio dell’udienza. Ad accompagnarla in Cassazione c'era l'avvocato Fabio Anselmo prima dell’inizio dell’udienza. "Dopo 15 gradi di giudizio e più di 150 udienze è una vicenda estenuante, siamo stremati ma siamo arrivati sin qui e abbiamo fiducia nella verità", ha aggiunto l’avvocato Anselmo.

La Cassazione è stata chiamata a decidere le pene definitive per i quattro militari. Il pg della Cassazione, Tomaso Epidendio, ha chiesto di confermare le pene per tutti tranne che per Tedesco. Quest'ultimo, a suo giudizio, va sottoposto a un nuovo dibattimento.

La sentenza della Cassazione arriva a quasi 13 anni dalla morte di Stefano Cucchi. Nei primi due gradi di giudizio, è stato stabilito, ome sostenuto dal pm titolare dell’inchiesta Giovanni Musarò, che quello del giovane era omicidio preterintenzionale. Prima la Corte d'Assise di Roma, il 14 novembre 2019, e poi la Corte d’Assise d’Appello il 7 maggio dello scorso anno, hanno riconosciuto le responsabilità dei due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro accusati del pestaggio di Stefano.

Caso Cucchi, gli avvocati della famiglia: "Morte causata da pestaggio"

"Se si sottraggono il pestaggio e le lesioni dal percorso causale, non c’è alcun modo logico e scientifico di spiegare la morte di Stefano Cucchi". Queste le parole che si leggono nella memoria degli avvocati Fabio Anselmo e Stefano Maccioni, legali di parte civile di Ilaria Cucchi e dei genitori di Stefano Cucchi. "La morte di Cucchi", per i legali di parte civile, “anche attraverso percorsi causali composti arriva inevitabilmente a trovare la sua causa scientifica, logica e, soprattutto giuridica, nel pestaggio e nelle lesioni".

Per Anselmo e Maccioni, "poiché seria è la gravità della condotta, intenso il dolo e deprecabile il comportamento successivo al reato tenuto dagli imputati, le attenuanti generiche non si possono concedere e vanno riconosciuti i futili motivi essendo provato che i due imputati dell’omicidio hanno pestato violentissimamente Stefano Cucchi traendo pretesto dal suo comportamento irrispettoso ma innocuo".