Mascherine, Arcuri e altre 11 persone indagate: nonostante la fatica a reperirne nella fase iniziale della pandemia

Anche l’ex giornalista Rai, Mario Benotti nell'indagine. Per la Procura di Roma, Arcuri si appoggiava alla "pubblica amministrazione senza assumersi alcuna responsabilità sul risultato della propria azione"

L'ex commissario per l'emergenza Domenico Arcuri rischia il processo per abuso di ufficio. È quanto ha deciso la Procura di Roma dopo un indagine in cui sono coinvolti l'ex giornalista Rai Mario Benotti, altre nove persone e quattro società. Quella che era probabilmente al tempo l'offerta già vantaggiosa potrebbe trasformarsi in un boomerang. 

Domenico Arcuri sotto indagine dalla Procura di Roma

Per la Procura di Roma la maxi fornitura di mascherine cinesi gestita dall’ex commissario, Domenico Arcuri, è stato oggetto di più illeciti. I pm hanno chiuso l’indagine e adesso tutte le persone e gli enti coinvolti rischiano grosso dopo la notifica del 415 bis. La decisione di appoggiarsi al metodo più semplice per reperire quelle mascherine arrivò in un momento in cui era complicato trovare le preziose mascherine nella prima fase dell’epidemia di Covid.

Ma quelle mascherine, finite poi in strutture ospedaliere e Rsa, sono state oggetto di perizia da parte di altre procure e il risultato dei test è che erano potenzialmente pericolose. Ma non c'è contestazione su questo fronte. Il capo di imputazione recita: "Arcuri nella qualità di commissario per l’emergenza sanitaria da Covid 19, dunque di pubblico ufficiale in concorso con Antonio Fabbrocini, rup (responsabile unico del procedimento, ndr) delle aggiudicazioni di forniture commesse dalla struttura commissariale e dunque anche lui pubblico ufficiale, e in unione e concorso per mutuo accordo con Vincenzo Tommasi costituivano, intenzionalmente, in capo al Tommasi, con ciò abusando del loro ufficio, un’illecita posizione di vantaggio patrimoniale".

Caso Arcuri, la Procura indaga su un investimento di 1 miliardo e 250 mila euro

Per l’accusa veniva garantita "la facoltà di avere rapporto commerciale con la Pubblica amministrazione senza assumere alcuna responsabilità sul risultato della propria azione e sulla validità delle forniture che procurava; la quasi totale esclusiva nella intermediazione di fatto delle forniture di mascherine chirurgiche e dpi importati dalla Cina". Sono circa 800 milioni le mascherine acquistate e sotto l'occhio dell’inchiesta dei pubblici ministeri, Fabrizio Tucci e Gennaro Varone.

Ad aver aiutato Arcuri sarebbe stato altre società italiane e Benotti a cui i pm contestato l'accusa di traffico di influenze. "Benotti in concorso con altri, sfruttava le proprie relazioni personali e occulte con Arcuri, ex commissario per l’emergenza sanitaria, ottenendo che quest’ultimo assicurasse ai partner di Benotti un’esclusiva in via di fatto nell’intermediazione delle forniture di maschere chirurgiche e dispositivi di protezione individuali".