Tangentopoli: significato e vera storia in breve di Mani pulite

Tangentopoli è il nome giornalistico dato a una serie d'inchieste giudiziarie condotte in Italia nella prima metà degli anni novanta note anche con il nome di Mani pulite

Tangentopoli, il significato e la vera storia in breve di Mani pulite, quella serie di inchieste giudiziarie condotte nella prima metà degli anni novanta. Il termine è nato nel 1992 dopo l'esplosione dello scandalo che ha portato alla luce un sistema di corruzione molto ampio nel mondo politico e finanziario italiano, basato sull'uso di tangenti. La storia di questo scandalo ha cambiato il nostro Paese.

Tangentopoli significato

Da dizionario il termine indica un sistema politico-amministrativo nel quale è uso normale dare e ricevere tangenti. Per antonomasia, Tangentopoli definisce lo scandalo delle tangenti e il mondo coinvolto. La parola ha origini giornalistiche ed è nata nel 1992 in seguito alle inchieste giudiziarie condotte dalla magistratura di Milano. Successivamente le indagini si sono allargate ad altre città italiane e hanno portato alla fine di alcuni partiti storici italiani.

In senso ampio il termine Tangentopoli fa riferimento al malcostume di pretendere e incassare tangenti. Ossia di prendere somme di denaro richieste in cambio di favori, concessioni o altre forme d’intermediazione illecite da parte di chi è in grado d’influenzare la buona riuscita di tali affari o pratiche.

Il fenomeno ha proprio per oggetto le tangenti negli ambienti politici e nella pubblica amministrazione.

Il significato di Tangentopoli e l'uso della locuzione Mani pulite

Abbiamo spiegato che il termine Tangentopoli indica un sistema fraudolento e corrotto che riguardava la collusione fra politica e imprenditoria italiane. Scoperto agli inizi degli anni Novanta, il termine è nato in seguito alle inchieste condotte dalla magistratura e aventi per oggetto le tangenti.

La locuzione "Mani pulite" applicata alla politica era però stata coniata nel film di denuncia sociale Le mani sulla città del 1963. In una scena, i deputati di maggioranza del Consiglio comunale di Napoli erano stati accusati da un consigliere di opposizione di avere le mani sporche. Questi si riferiva a un probabile coinvolgimento dei deputati in una speculazione edilizia.

In risposta alle accuse, loro risposero: "Le nostre mani sono pulite!". Il termine fu poi usato anche successivamente dal deputato del PCI Giorgio Amendola. "Ci hanno detto che le nostre mani sono pulite - ha affermato in un'intervista rilasciata a Il Mondo - perché non l'abbiamo mai messe in pasta".

La locuzione fu poi usate in molte altre occasioni. Nel 1980 la pronunciò anche il Capo dello Stato Sandro Pertini. Furono usate anche altre espressioni più specifiche. Si parlò di "Mani pulite napoletana" per le indagini contro Francesco De Lorenzo, Antonio Gava e Paolo Cirino Pomicino. Fu usata l'espressione "Mani pulite romana" per indicare le indagini su Giorgio Moschetti, etc.

Tangentopoli: storia in breve di Mani pulite

Passiamo ora alla storia in breve che si nasconde dietro al sistema di corruzione del mondo politico e finanziario scoperto in Italia agli inizi degli anni '90. Il fenomeno Tangentopoli prese avvio il 17 febbraio 1992, quando Antonio Di Pietro chiese al GIP di Milano la cattura di Mario Chiesa. Questi era un esponente delle PSI, il partito socialista italiano.

Proprio da qui partì la prima inchiesta nota con il nome di Mani pulite. In quel periodo Bettino Craxi definì Chiesa un “mariuolo isolato”.

Nel 1992 moltissimi industriali furono arrestati per corruzione. Questi erano sia nella maggioranza sia nell’opposizione. Dopo che qualcuno confessò, ci fu una cascata di arresti di politici di secondo piano, incriminati dai loro stessi leader di partito. Oltre ai vari arresti ci fu anche un suicidio, quello di Sergio Moroni.

Le indagini proseguirono. Nelle elezioni la DC perse moltissimi voti. Craxi si dimise nel febbraio del 1993 da segretario del PSI, dopo aver ricevuto molti avvisi di garanzia. L'inchiesta portò a scoprire che la corruzione era diffusa in tutta Italia.

Diversi rappresentanti della PSI si costituirono e proclamarono la verità sul "conto protezione". Parlarono di un finanziamento illecito che aveva come destinatario il partito socialista avente come mente Craxi e come precettore materiale Martelli.