Milano, licei Parini e Bottoni occupati. Gli studenti: "Modello scolastico non più sostenibile"

La protesta contro il sistema scolastico italiano non si ferma e continuerà per tutta la settimana

Continua la serie di manifestazioni nelle scuole di Milano: oggi, lunedì 14 febbraio, è partita l'occupazione al liceo classico Parini e del liceo scientifico Bottoni dopo che gli stessi studenti in un corteo dello scorso venerdì avevano annunciate nuove proteste mentre attraversavano il centro città. Sabato scorso si erano concluse le azioni al Beccaria, al Vittorio Veneto e al Carducci. Una nuova settimana di manifestazioni si apre nel capoluogo lombardo e in tutta Italia: dal 17 al 19 febbraio a Roma si terranno gli "Stati generali della scuola" lanciati da Uds.

Proteste Milano, cosa chiedono gli studenti del Parini e del Bottoni

Le proteste nel Liceo Parini e nel Bottoni di Milano hanno come obiettivo principale la contestazione del sistema scolastico nazionale, dall'alternanza scuola-lavoro (criticatissima dopo la morte del 18enne Lorenzo Parelli a Udine) all'esame di maturità, ed altro ancora come diritto allo studio e valutazione numerica. Gli studenti chiedono un cambio radicale del sistema scolastico italiano.

Simone Botti, rappresentate del collettivo del Liceo Parini dice: "È diventato oramai innegabile come questo modello di scuola non sia più sostenibile per noi studenti. Ovunque ne vediamo i limiti: a partire dalla didattica frontale, fino all’esame di maturità, e a un modello di alternanza scuola-lavoro che non è in alcun modo un arricchimento formativo". 

Gli fa eco Loris Scivoletti, del Liceo Bottoni che contesta "la valutazione, soltanto numerica e opprimente, che non ci permette di crescere realmente come individuo" e "il diritto allo studio, che ancora non viene garantito in maniera sostanziale. Vogliamo una riforma radicale che parta da chi la scuola la vive tutti giorni anche dai docenti".

Milano, Liceo Parini: un sondaggio preoccupa il tenore di vita degli studenti

Secondo i risultati di un sondaggio interno al Parini di Milano, pubblicato in parte sui social network, quasi il 50% degli studenti ritiene di non poter contare sui propri docenti in caso di una qualche difficoltà, e il 30% nemmeno sui propri compagni. Il 77% percepisce un "malessere diffuso" tra i propri coetanei e compagni, mentre il 45% riesce solo saltuariamente a ricavare "tempo per sé stesso". E il 75% ritiene che un cattivo voto a scuola non stimoli ma, al contrario, demotivi.

Nel sondaggio il 52 per cento, dichiara di sentirsi spesso apatico, stanco e senza obiettivi. I giovani credono che la scuola abbia un moto totalizzante nella vita degli studenti, che invece di incentivarli a coltivare nuove passioni, fa l'opposto. Da qui alcune proposte alla direzione e ai docenti: creare una commissione paritetica composta da allievi e professori e istituire incontri studenti-prof, simili a quelli fra genitori e docenti, per migliorare il dialogo.