Omicidio Cerciello Rega, le chat tra i carabinieri: "I colpevoli devono fare una fine alla Cucchi"
Il riferimento al ragazzo picchiato di botte in caserma nel 2009
Sono chat pesanti quelle che escono dalle chat riguardo l'omicidio del maresciallo Cerciello Rega avvenuto nel 2019. Le frasi depositate nel processo a carico del carabiniere Fabio Manganaro sono: "Occorre squagliarli nell'acido". La speranza è "che gli fanno fare la fine di Cucchi".
Manganaro è accusato di aver sottoposto Natale Hjorth, l'assassino del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, a una misura di rigore non prevista dalla legge: l'imputato, che insieme all'amico Finnegan Lee Elder domani affronterà il processo d'Appello dopo una condanna all'ergastolo rimediata in primo grado nel maggio 2021, è stato bendato in caserma.
Omicidio Cerciello Rega, carabinieri choc: "Deve fare la fine di Cucchi"
Il tentativo di vendicare il collega Cerciello emerge fortemente nelle chat dei militari. "Li abbiamo presi stiamo venendo al reparto". "Ammazzateli di botte". E ancora: "Speriamo che gli fanno fare la fine di Cucchi", dicono riferendosi al geometra ammazzato di botte dai militari.
I superiori, si evince dalle conversazioni, capiscono i rischi: "Eh ci vogliono lasciare mezz'ora in stanza con loro a noi che siamo in tre...Però ha detto che poi rischiamo di fare cazzate quindi non voglio che si alzano mani". Ma alcuni carabinieri non si placano: "Ammazzateli più che potete". E i più aggressivi: "Non mi venite a dire arrestiamoli e basta. Devono prendere le mazzate. Bisogna chiuderli in una stanza e ammazzarli davvero", scrivono mentre altri dicono che "bisogna squagliarli nell'acido". Perché sarebbe "la miglior vendetta".
Li dovrebbe prendere un’altra stazione perché seriamente c’è il rischio che appena sbagliano a parlare li pestate…”, cerca di riflettere uno. Un collega suggerisce: “Si ma qualche mazzata ai coglioni se la prenderà, alla fine non si torna indietro".
Omicidio Cerciello Rega, i legali: "Frasi non riferibili a Manganaro"
Nel merito del caso Cerciello, i legali Roberto De Vita e Valentina Guerrisi affermano che le frasi venuti fuori dalle chat "non sono riferibili a Manganaro. Si tratta di conversazioni intervenute tra altri militari". L'imputazione, continuano i legali, riguarda l'aver apposto un foulard a copertura degli occhi "e non altro".