Covid, medici internisti: "Il 20% dei positivi è ricoverato per altri motivi"

I medici rivelano che il 20% dei pazienti positivi al Covid sono quelli ricoverati per altri motivi

Sulla situazione Covid negli ospedali, i medici internisti comunicano che il 20% dei pazienti positivi nelle strutture, in realtà sono ricoverati per altre patologie.

Il 20% dei positivi al Covid è ricoverato in ospedale per altri motivi

Ogni giorno, dal bollettino Covid, si apprende che gli ospedali sono pieni di pazienti positivi. I medici internisti, hanno rivelato che molti dei ricoverati compresi nel conteggio dei positivi, in realtà sono asintomatici e si trovano nelle strutture per altri motivi.

Infatti, per procedere con il ricovero è necessario sottoporsi a un tampone molecolare: spesso succede che, a questo controllo, pazienti che si recano lì per altri motivi, risultano positivi e quindi vengono inclusi nel conteggio dei pazienti Covid. Per ovviare a questa situazione e fornire risultati più precisi, molti medici stanno pensando di togliere i positivi asintomatici dal numero dei ricoverati per Covid.

I positivi ricoverati in ospedale spesso non entrano per Covid 

Il presidente Fadoi, Dario Manfellotto commenta: "L’impatto dei positivi asintomatici sui reparti è devastante. Se un paziente risulta positivo, anche se del tutto asintomatico, e ha bisogno dell'assistenza ospedaliera, perché per esempio ha una colica renale, deve essere isolato. Se nell'ospedale c'è un reparto Covid, si trasferisce - e se il reparto Covid non c'è - va spostato in un altro ospedale che ne è dotato".

L’altra soluzione è isolarlo nel reparto no Covid dove si trova. "È quello che facciamo - dice Manfellotto - ma con enormi difficoltà, perché se in una stanza ci sono più letti finiamo per non poterli utilizzare per altri pazienti non infetti." Per il presidente Fadoi "una soluzione potrebbe essere quella di creare nei vari ospedali reparti delle diverse specialità riservati a pazienti positivi anche se asintomatici, come delle 'bolle' nelle quali isolare i pazienti contagiati. Non è troppo tardi per farlo”.