Pesaro, Cristina Calzoni muore dopo due morsi di ragno violino: aveva 45 anni

E' successo settembre scorso e da allora la sua vita era stata un incubo

Una donna della provincia di Pesaro è morta dopo essere stata morsa due volte da un ragno violino. Il suo nome era Cristina Calzoni e aveva solo 45 anni. La sua morte è stata improvvisa e i familiari e gli amici sono increduli. La donna è morta sotto gli occhi del compagno che non ha potuto fare niente per salvarla. Il ragno violino è l'unico considerato pericoloso in Italia insieme alla malmignatta, la vedova nera mediterranea. 

Il morso di ragno violino

Cristina Calzoni è stata morsa alla schiena dal "ragno violino" il settembre scorso. Venerdì 14 gennaio la donna si è accasciata a terra ed è morta sotto gli occhi del compagno, Gilberto Del Chierico, che ha cercato di praticarle un disperato e inutile massaggio cardiaco. Ha poi chiamato il 118, e all’arrivo dell’ambulanza, intorno alle 22, i sanitari hanno trovato la donna stesa a terra sul pavimento della camera, il corpo già freddo, con accanto sul tavolo alcuni flaconi semivuoti di medicinali, prevalentemente antidolorifici.

I sanitari del 118 hanno chiamato i carabinieri per sincerarsi su ciò che fosse successo. Da un punto di vista della causa, non sembrano esserci molti dubbi: la morte è naturale ma va accertato se possa esser stata procurata da un sovradosaggio di farmaci che vengono prescritti dietro puntuale ricetta medica perché potenzialmente pericolosi.

Da quanto si è appreso, il compagno ha raccontato agli inquirenti ma anche ai tanti amici della coppia che cercavano di capire il perché dell’improvvisa morte della donna, del doppio morso del "ragno violino". Il primo ci sarebbe stato a settembre, in un gattile sul San Bartolo dove Cristina Calzoni era solita andare per dare da mangiare ai gatti randagi. In quell’occasione, si sarebbe accorta di esser stata punta o morsa da un ragno violino, che può diventare pericoloso per qualcuno. Ma lì per lì non sembrava nulla di preoccupante. Qualche giorno di fastidio alla schiena, che le pomate hanno fatto passare.

Ma purtroppo, secondo quanto testimoniato dal compagno, Cristina è tornata in quel gattile anche a novembre ed è stata punta di nuovo alla schiena mentre stava dando da mangiare ai gatti. Se n’è accorta in fretta ma ha pensato che sarebbe bastata qualche pomata o farmaco specifico per superare il problema dell’arrossamento. Invece non è stato così.

Il dolore alla schiena sempre più pungente avrebbe costretto la 46enne a rivolgersi ad un centro specializzato antiveleni di Bologna e ovviamente al suo medico curante per delle prescrizioni e terapie antidolore con dosaggi maggiori seppur considerati tollerabili.