No vax, la superficialità di alcuni mezzi d'informazione: persone "disoccupate e con licenza media"

Riferisce Michele Bocci su "la Repubblica" che il popolo no vax è facile da intortare perché formata da persone "disoccupate e con licenza media". Una spiegazione superficiale che dice tanto di chi scrive

"L'identikit del No Vax: licenza di scuola media, disoccupato e con disagio abitativo", questa la fotografia del popolo no vax secondo l'analisi di Michele Bocci per "la Repubblica". Ecco la geniale spiegazione dietro a tanta ostinatezza nel rifiutare un vaccino o a dichiararsi critici nei confronti del green pass. Chi non segue ciò che fa la maggioranza delle persone deve per forza capire poco quando legge. Altrimenti penserebbe quello che pensano tutti. In sintesi questo l'articolo pubblicato l'8 gennaio che cita uno studio condotto dal Dipartimento di Epidemiologia (Dep) della Regione Lazio.

I risultati dello studio

E dire che lo studio, condotto con rigore scientifico, dava una spiegazione molto più neutra rispetto a quella di chi ha reinterpretato gli esiti:
"I residenti in sezioni di censimento più deprivate hanno un rischio di essere non vaccinati del 30% maggiore rispetto a chi appartiene ad una posizione socioeconomica più avvantaggiata". Un dato, questo, che si apre ad uno studio più approfondito rispetto alla facile spiegazione rilanciata, implicitamente, da la Repubblica. Per esempio ad una spiegazione sociologica: in ambienti più altolocati l'essere non vaccinati rappresenta uno stigma che per non ledere i propri interessi sarebbe il caso di non accollarsi. Mentre, in sostanza, nelle fasce più basse a nessuno importa se il ferramenta o l'idraulico che entra nelle loro case sia o meno vaccinato. Ma anche ad una spiegazione più ideologica: nessun ambiente è precluso al non vaccinato che versa condizioni economiche più svantaggiate, salvo quelli cui non può accedere per via della propria condizione. Sarebbe da chiedersi se valga lo stesso per i tanti bidelli che erano costretti a farsi 200 euro di tamponi ogni mese. E che a breve non potranno più lavorare. Insieme a loro tanti professori, medici, avvocati, impiegati: un microcosmo all'interno della società a cui verrà negato il diritto al lavoro. Un professore di latino di una nota scuola di Milano, a cui presto non sarà concesso di prestare servizio ha così commentato l'articolo di Repubblica:
"Certi giornalisti dovrebbero avere la decenza di non dare giudizi sulle decisioni altrui."
E ancora, imprenditori, come quello che ha affermato:
"La strategia è sbagliata, i metodi sono da inquisizione medievale"
L'allusione è quella della sinistra che perseguendo ideali utopici ha da tempo smesso di accettare il realismo di una classe operaia che ha bisogni ben diversi. E che oggi da loro non si sente rappresentata.

"Ridurre le disuguaglianze"

Quindi, rifiutando qualsiasi altra spiegazione e abbandonandosi alla superficialità, ecco le tendenziose domande rivolte ai ricercatori. Cui seguiranno le risposte desiderate:
"Adesso aumentare le coperture vuol dire proteggere le persone più deboli e vulnerabili, visti i risultati del nostro studio", dice Marina Davoli del Dep.
"Il vaccino è un'arma formidabile per abbattere le distanze sociali" - riferisce l'assessore alla salute del Lazio Alessio D'Amato.
"I non vaccinati se si ammalano rischiano decorso serio. Ed anche più drammatico se pensiamo che si tratta di persone con difficoltà socio economiche." Insomma, chi non si vaccina è doppiamente vittima, sia della propria condizione che dei cattivi maestri. Bocci, così come chi in questi giorni sta cercando di forzare ideologicamente e subdolamente la barriera eretta dagli scettici, non ascolta veramente chi la pensa diversamente. Preferisce etichettarlo. Per loro è d'obbligo un rimando ai tanti professori universitari, ricercatori, medici, intellettuali che stanno criticando le misure adottate durante questa crisi pandemica.
Sperando che ascoltino e leggano con attenzione.
Loro che, avendo i titoli di studio, possono
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