Omicidio Gucci, la testimonianza inedita su Patrizia Reggiani dell'ex compagno Daniele Crippa: intervista esclusiva a Il Giornale d'Italia
“Patrizia Reggiani sicuramente ce l’aveva con Maurizio Gucci per la sua distanza da lei e dalle figlie, ma non ha mai covato quell’odio che si è raccontato. Lo posso assicurare perché sono stato con lei tre anni." La prima parte della testimonianza inedita: LA GUCCI
Gli spazi raccontano molto di chi li abita. L’ampio salotto al primo piano di una tipica casa milanese del centro, il soffitto cassettonato e poco alto, le pareti costellate da opere d’arte. Il busto di Napoleone che sovrasta il divano in edizione limitata, le pesanti cornici dorate che si alternano agli specchi, decine di libri dalla rilegatura antica, appoggiati un po’ distrattamente sulle superfici ricercate. Un ambiente intimo che suggerisce il profondo amore del proprietario per l’arte moderna. Tra i quadri anche qualche soggetto primitivo dal quale traspare invece un gusto sofisticato per l’esotismo.
Daniele Crippa, ex compagno di Patrizia Reggiani, rinomato gallerista e critico d’arte, ci invita a varcare la soglia e noi entriamo in punta di piedi in una Milano d’altri tempi, raffinata, teatro di feste e intrighi da dare in pasto alla stampa.
Ci accomodiamo sul divano Mongiardino davanti a una tazza di thè e Crippa, con la voce pacata degli amanti del buon conversare, inizia a raccontare la storia della donna un tempo amata e che, dopo l’omicidio del marito Maurizio Gucci, venne definita da tutti 'la vedova nera'.
Racconta con la lucidità e il pragmatismo di chi non ha mai voluto cadere nel facile tranello delle dicerie e dei pettegolezzi, svelandoci un punto di vista mai rivelato della vicenda che ha sconvolto l’Italia di quel fin de siècle.
A poco a poco, tratteggia un profilo inedito della donna che è stata Patrizia Reggiani, più concreta che instabile, più infastidita dall’assenza del marito che desiderosa di vendetta. Al di là della verità processuale che tutti conosciamo, si rivela davanti a noi un altro ritratto della donna che la stampa soprannominò 'dark lady'.
Daniele Crippa, ex compagno di Patrizia Reggiani a Il Giornale d’Italia
Iniziamo dal principio. In che rapporti era con Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani prima della storia d’amore con lei?
Conosco Patrizia e Maurizio da quando eravamo ragazzini. Il nostro entourage è sempre stato quello: erano gli anni della Sardegna, di Porto Rotondo e Porto Cervo. Le frequentazioni all’epoca erano sempre le stesse, non ricordo chi dei due conobbi prima. Li ho poi rivisti come coppia prima che si separassero. Maurizio aveva preso anche qualche opera d’arte tramite la mia consulenza, anche se era più interessato all’antiquariato. I suoi fornitori erano infatti i Contessini e i Russo, due noti antiquari milanesi, con i quali ero andato in Argentina per acquistare delle opere d’arte molto importanti destinati proprio alla collezione Gucci. Quindi i miei rapporti con Maurizio si sono più che altro intrecciati per queste ragioni, mentre Patrizia l’ho rivista in un secondo momento, quando si erano già separati.
Riesce a collocare esattamente a livello temporale la vostra frequentazione? Quanto durò?
Durò circa tre anni e si interruppe più o meno un anno e mezzo prima del delitto. Non ricordo esattamente gli anni. Probabilmente ci frequentammo dal 1987 fino al 1990.
Ci può raccontare come iniziò la relazione con Patrizia?
Eravamo entrambi a Portofino, ci siamo incontrati per caso. Non ci vedevamo da tanto e abbiamo parlato del più e del meno. Poi tornato a Milano l’ho chiamata e ci siamo rivisti. In quel periodo ero spesso a Milano per cui è iniziata questa piacevolissima storia.
Cosa le piaceva di lei?
Innanzitutto è una bellissima donna. Poi ha una grande personalità ed erano tante le cose che avevamo in comune. Ad esempio le amicizie e poi le cose che piacevano a lei piacevano anche a me: il mare, i viaggi. La definirei simpatica, divertente, frizzante, insomma una donna che sa e sapeva vivere.
Anche lei è un’appassionata d’arte?
Non tanto. Non erano dei grandi collezionisti né lei né Maurizio, anche se possedevano opere molto importanti. C'è stato infatti un momento in Italia dove per sottolineare il tuo status dovevi avere in casa un Picasso o un De Chirico. Quando poi Patrizia ha iniziato a frequentarmi ha incominciato ad apprezzare di più l’arte.
Lei e Patrizia vivevate insieme?
No, ognuno aveva la sua casa. Anche se ovviamente ero spesso da lei e le vacanze le passavamo insieme.
Ha mai notato in lei repentini cambi d’umore o reazioni estreme?
No, assolutamente. E’ sempre stata una donna coerente, non ha mai avuto sbalzi d'umore. E anche nelle sue posizioni è sempre stata ferma: tanto che quando la volevano far uscire da San Vittore per lavorare lei ha rifiutato.
Come ha vissuto il periodo dell'operazione di Patrizia?
Lei ha avuto l’ultimo intervento quando la nostra storia era già finita. Purtroppo quello del tumore al cervello è un mondo che conosco molto bene perché mio padre è stato operato tre volte. Che io sappia poi l’operazione è andata a buon fine e non le è tornato.
Come mai è finita?
Non c'è un motivo particolare. Ci siamo lasciati come capita a molti, tutto qui. Forse era passata la novità, gli interessi in comune si erano esauriti. Anche se in seguito siamo rimsti in buoni rapporti e abbiamo continuato a frequentare lo stesso giro di amici. Ci siamo tenuti in contatto per consigli e favori. Poi ho conosciuto la mia attuale moglie.
Che tipo di rapporto aveva Patrizia con le figlie? Che tipo di madre era?
Una bravissima madre, sempre presente. Se le portava dietro ovunque, le seguiva in tutti gli aspetti della loro crescita e si raccontavano tutto. Non ha mai fatto, ad esempio, una vacanza senza le ragazze.
Tornando all’omicidio, dalle testimonianze è emerso il ritratto di una moglie adirata nei confronti dell'ex. È un'immagine veritiera a suo avviso?
Assolutamento no. Maurizio e Patrizia avevano un rapporto simile a quello di molte coppie divorziate. Quando ci si separa succede sempre che uno cerca di punzecchiare l’altro, ma non ho notato un odio particolare da parte di Patrizia. C’erano di mezzo le bambine e questo sicuramente ha accentuato l’attrito. Patrizia ha un carattere molto forte, Maurizio era forse un po' meno deciso. Ed è chiaro che quando hai una nuova fidanzata - Paola Franchi - con un carattere altrettanto forte può capitare che ti metta contro l’ex moglie, ad esempio dicendo di non farla salire sulla barca, il Créole...
Il Créole è un po' il simbolo dell’amore tra Patrizia e Maurizio, dunque dopo la separazione lei non ci tornò più?
Esatto, ricordo che nel periodo della nostra relazione Maurizio vietava a Patrizia e alle bambine di salire sul Créole. Prendeva in affitto per loro un’altra barca. Insomma erano in atto queste piccole ripicche. È chiaro che quando avvenivano epsodi di questo tipo Patrizia parlava male di Maurizio e viceversa.
Dalle testimonianze infatti è emerso come Patrizia andasse in giro a chiedere se i suoi conoscenti conoscevano qualcuno che potesse ammazzare l’ex marito.
Io non ho mai sentito nulla di tutto ciò. A mio parere sono solo dicerie. So solo che la cameriera della villa di Saint Moritz aveva sentito Patrizia dire a Maurizio durante gli ultimi periodi insieme: “Se ti passasse sopra una macchina sarei felice”. Ma quante cose si augurano durante un litigio? Non sono certo una prova di colpevolezza.
Patrizia era ricchissima e conosceva centinaia di persone. Davvero, se avesse voluto uccidere il suo ex, non avrebbe potuto prendere contatti con la criminalità, magari lontano da Milano, nel Sud Italia, e offrire una somma ingente a qualcuno per portare a termine l’omicidio? In Sud America per ammazzare qualcuno basta pagare un killer che viene in auto dalla Bolivia e in pochi giorni porta a termine tutto.
Lei smentisce l’interesse di Patrizia per l’occulto e il suo rapporto con Pina in quanto “maga”?
Assolutamente. Io sono un grande esperto di arte primitiva, nell’ambito della quale sono molto presenti gli aspetti di magia nera e magia bianca. Quando io parlavo di queste cose a Patrizia non importava assolutamente nulla. Né Pina ha mai fatto cose del genere con le carte. Pensate che sono stato io a insegnarle a giocare a carte.
I racconti circolati delineano un profilo psicologico di Patrizia molto instabile.
Si e mi sembra assurdo. Non è mai stata così. Non l’ho mai vista cambiare umore in maniera repentina. Era una donna molto lineare e questa è solo una costruzione da gossip. È più facile quando c’è un processo raccontare certe cose strane. Patrizia sicuramente ce l’aveva con Maurizio per come si comportava, per la sua distanza da lei e le figlie, ma non ha mai covato quell’odio che si è raccontato. Lo posso assicurare perché sono stato con lei tre anni. Era appagata da una vita estremamente piacevole e aveva un buonissimo rapporto con le figlie. L’errore di Patrizia, a mio parere, è stato quello di non denunciare subito il ricatto di Pina Auriemma. Ha vissuto quel periodo come in un film.
Pensa che sia possibile che Patrizia abbia subito dei danni alla psiche e all’umore a seguito del tumore al cervello?
Possibilissimo. Ma io in quel periodo, precedente all’omicidio di Maurizio, la frequentavo di meno quindi non saprei dire con certezza se avesse subito dei danni cerebrali. Di certo, nulla di radicale o di particolarmente visibile dall’esterno. Ho ricominciato a frequentarla di più quando, in seguito all’omicidio, l’ho aiutata a riammodernare le case di Maurizio, dove aveva messo le mani la Franchi, e a cercare dei documenti che la aiutassero a scoprire qualcosa sulla sua morte. Patrizia, infatti, era ossessionata dalla ricerca della verità...
(Continua..)