Migranti, l'Europa prepara la nuova Schengen. E l'Italia resterà (di nuovo) fregata
Bruxelles pronta a riformare le regole sugli arrivi e sull'accoglienza. Ma ancora una volta le norme potrebbero penalizzare il nostro paese. Ecco perché
Ci siamo. L'Unione europea sta per cambiare regole su migranti e accoglienza. Martedì 14 dicembre si discuteranno le modifiche al codice Schengen. Pronta una rivoluzione che però, secondo le prime indiscrezioni, potrebbe colpire ancora una volta gli interessi dell'Italia. Il nostro paese sarebbe tra i penalizzati in particolare sul nodo dei movimenti secondari. La proposta della Commissione europea prende il via dal caso della Bielorussia, dove di fatto si è registrato una sorta di attacco "ibrido" con l'invio di migranti ai confini con l'Europa e potrebbe appunto toccare il nodo dei movimenti secondari che l'Italia guarda da sempre con grandissima attenzione. Altro che "solidarietà europea" come chiesto dalla ministra Lamorgese.
La proposta dell'Ue su Schengen che rischia di incastrare l'Italia sui migranti
La proposta dell'organismo guidato da Ursula von der Leyen permetterebbe infatti ai paesi che sono destinazione finale dei flussi di respingere più facilmente e con maggiore rapidità i migranti nei paesi di primo ingresso. Di fatto, un regalo di portata inimmaginabile ai paesi del nord Europa. Germania, Olanda, Belgio e Svezia, solitamente quelli più ambiti dai migranti, potrebbero più facilmente rimandare indietro i profughi a Italia, Spagna o Grecia, luoghi di prima accoglienza loro malgrado.
Si lavora ancora per individuare delle eccezioni al codice Schengen, ma intanto la polemica è già pronta a esplodere. Al documento stanno lavorando in particolare la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson e il vicepresidente della Commissione con delega alla migrazione, Margaritis Schinas. Guarda caso entrambe provenienti da paesi del nord Europa. La nuova proposta fonda sulla premessa di evitare che gli Stati Ue reintroducano i controlli alle frontiere se non necessario, come spiegato dal Corriere, ma l'effetto immediato sarebbe appunto quello di creare nuovi problemi agli stati di prima accoglienza. E inevitabilmente nuove polemiche interne all'Ue e di certo anche tra i partiti italiani.