No Green Pass, il Sindaco di Trieste fa lo sceriffo: "Applicherei il diritto a non manifestare"
"La mia unica preoccupazione è di non tornare in zona arancione o rossa" dice Roberto Dipiazza intervistato da Il Dubbio
"Applicherei il diritto a non manifestare". Lo ha dichiarato Roberto Dipiazza a Il Dubbio a proposito delle manifestazioni no green pass per le quali Trieste è salita agli onori delle cronache. Il sindaco, già al quarto mandato, ha applicato sin da subito il pugno di ferro contro i manifestanti. Tanto da attrarsi più di qualche critica per come è stato gestito il contenimento della protesta. L'uso degli idranti e la decisione di chiudere Piazza Unità d'Italia ha fatto storcere il naso a molti.
Il diritto a manifestare secondo Dipiazza
"Se esistesse il diritto a non manifestare l’avrei già applicato. La Costituzione purtroppo prevede che questi cortei non possano essere fermati - ha dichiarato il sindaco - e che quindi possono occupare le nostre strade e le nostre piazze dopo aver semplicemente comunicato con la Questura. Quello che ho potuto fare io è stato limitare l’accesso a piazza Unità d’Italia. E ciò ha provocato anche degli scontri." Alla domanda su come far convivere diritto al lavoro e diritto a manifestare Dipiazza ha risposto: "La sua è una domanda da un miliardo di euro. La mia unica preoccupazione è quella di evitare di ritornare in zona arancione o addirittura rossa. Non possiamo più tornare ai giorni in cui la città era chiusa e i danni economici per gli esercizi commerciali incalcolabili. L’obiettivo è quello di responsabilizzare la collettività, affinché gli interessi individuali non prevalgono sugli altri. In vent’anni da sindaco di Trieste non ho mai visto gli idranti e le cariche della polizia".
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Il parallelo con gli anni di piombo
E come fare dunque? Dipiazza non ha dubbi: "Lei forse non ricorda gli anni segnati dalle Brigate Rosse. Oggi come allora servono leggi speciali: prima c’era l’emergenza terrorismo, adesso c’è la pandemia ma il periodo è comunque drammatico. E va affrontato facendo tutto il possibile per non far risalire la curva pandemica". E ancora: "Non c’è solo un malcontento verso una condizione che non si condivide. C’è anche l’intento da parte di black bloc o altri gruppi che vogliono solo creare caos e disordini. A Trieste non hanno manifestato i triestini ma gente venuta da fuori per creare scompiglio. È la stessa cosa che accade quando ci sono le partite di calcio. Il problema è che queste persone che sono venute nella nostra città hanno portato con loro il Covid e noi ora siamo al limite della zona gialla."