Furbetti del cartellino a Sanremo. Fino a 3 anni di galera per i dipendenti "scoperti"
La condanna arriva sei anni dopo l'apertura del caso
I furbetti del cartellino a Sanremo hanno ricevuto la sentenza definitiva per essersi svincolati dagli impegni in orario di lavoro. Tra i dipendenti scoperti anche persone che sconteranno diversi mesi in cella, fino a 3 anni di detenzione. Il tutto arriva solo sei anni dall'apertura del caso, con le solite tempistiche impossibili della Giustizia italiana.
Tra i colpevoli anche il vigile urbano ripreso in mutande dalle telecamere
In tutto le condanne hanno colpito 15 persone, tutte messe a giudizio per truffa ai danni dello Stato e violazione della legge sul pubblico impiego. Il processo, con rito ordinario, riguardava il caso di 16 dipendenti del comune di Sanremo che si sarebbero più volte assentanti dal posto di lavoro nonostante il sistema delle presenze dichiarasse che fossero tutti in ufficio.
Ad occuparsi del caso è stato il tribunale d'Imperia a guida monocratica con la presenza della giudice Francesca Minieri. Solo un'impiegata, Rita Torre, è stata assolta per tenuità della violazione della normativa. I restanti accusati, invece, sconteranno pene che vanno da 8 mesi ai 3 anni e 7 mesi di carcere.
Lo scorso gennaio 2020 dieci imputati avevano chiesto il rito abbreviato, ottenendo l'assoluzione. il rito abbreviato erano stati tutti assolti. Tra loro c'era anche Alberto Muraglia, il vigile urbano ripreso dalle telecamere mentre in mutande e canotta timbrava il cartellino, per poi tornarsene a casa.
Le parole del procuratore
Il procuratore di Imperia Alberto Lari ha voluto esprimere "massima soddisfazione per un processo certosino, in cui la pm Paola Marrali ha analizzato ogni singola vicenda, minuto per minuto, uscita per uscita. Abbiamo apprezzato il lavoro del giudice e l’impegno del Tribunale, che hanno fatto prevalere l’interesse della giustizia e dello Stato, pur trattandosi di reati prossimi alla prescrizione. Una sentenza che ci conforta anche in relazione all’Appello che abbiamo proposto rispetto alle assoluzioni in abbreviato: le due decisioni sono andate in senso opposto, noi speriamo che prevalga questa tesi."
Il caso risale al 22 ottobre 2015, quando la Guardia di Finanza aveva formalizzato l'accusa nei confronti di 43 dipendenti del comune di Sanremo attraverso la misura cautelare disposta dal gip Alessia Ceccardi. Trentacinque erano finiti agli arresti domiciliari, per gli altri otto, era stato invece disposto l’obbligo di firma.