12 Luglio 2021
Il termine di deposito della sentenza scadeva il 9 ottobre 2019. Eppure quella sentenza non è stata depositata fino al febbraio del 2020. Oltre 500 giorni dopo, ciò significa praticamente un anno e mezzo. Un anno e mezzo che poteva significare molto, anzi moltissimo, per la persona interessata. Ma il giudice ritardatario è stato assolto da un tribunale perché "il fatto non costituisce reato".
La vicenda è quella di un giudice di Agrigento, ex presidente dell'ufficio Gip-Gup, che era stato accusato di omissione di atti in ufficio. Tutto inizia con la denuncia di un imprenditore di Siracusa, titolare di un'azienda, che era stato condannato dallo stesso giudice il 26 luglio del 2018, a otto mesi di arresto nell'ambito di un'inchiesta su un piano di lottizzazione illegale alla Scala dei Turchi.
L'imprenditore ha denunciato il giudice nel gennaio del 2019 per il mancato rispetto dei 75 giorni di tempo per depositare la sentenza, che erano indicati nel dispositivo di condanna. Non solo. L'uomo ha anche promosso una causa civile nei confronti del giudice chiedendo un risarcimento del danno di 250 mila euro per il ritardo nel deposito delle motivazioni che gli avrebbero impedito di appellare la sentenza.
Il termine di deposito delle motivazioni della sentenza scadeva il 9 ottobre 2018 ma, come detto, la sentenza stessa è stata depositata solo a febbraio del 2020. Con il processo d'appello già ampiamente in corso. L'imputato ritiene dunque di essere stato danneggiato nel suo diritto alla difesa. La sua denuncia era stata trasmessa alla procura generale presso la Cassazione, al ministro della Giustizia, al Csm e alla procura generale di Palermo.
A seguito della denuncia, il pm di Caltanissetta aveva chiesto una condanna a dieci mesi di reclusione per il giudice ritardatario. Lui, da parte sua, è stato ascoltato in aula e ha fornito delle giustificazioni sui presunti ritardi nel deposito delle motivazioni legati a problemi organizzativi e complessità nella stesura. E alla fine è stato assolto.
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