Pedofilia nella Chiesa, Papa Francesco riforma il Codice del Vaticano: cosa cambia
Papa Francesco cambia il diritto canonico e mette al centro le persone. Una vera e propria riforma che rivoluziona come la Chiesa interpreta le sue leggi
Papa Francesco si decide e finalmente riforma il Codice penale della Chiesa Cattolica e impone pene più severe, soprattutto contro la pedofilia, la corruzione e i raggiri finanziari. Finisce così un lungo processo di riforme iniziato nel 2007 con Ratzinger e che grazie a Papa Francesco cambierà profondamente come la Chiesa interpreta le sue leggi.
Il caso-chiave è quello di abusi sessuali e pedofilia, prima considerati come altri reati “solo” una violazione degli obblighi dei sacerdoti. Ora invece l’atto criminale verrà classificato come “reato nei confronti della persona e della sua dignità”. Una piccola modifica che rivoluziona un intero sistema: così il Papa punisce chi sbaglia anche e soprattutto perché reca offesa alla vittima.
Pedofilia nella Chiesa, Papa Francesco finalmente riforma il Codice del Vaticano
Una novità anche l’allargamento del bacino delle vittime, che adesso include anche adulti e persone “che abitualmente hanno uso imperfetto della ragione”. Non meno grave sarà acquistare, produrre o divulgare in qualsiasi modo e attraverso qualsiasi mezzo immagini e video pornografici.
È una riforma attesa da tempo, che cercherà di risolvere con pene più severe e leggi chiare l’annoso problema degli scandali legati agli abusi sessuali nella Chiesa. Il Codice ratifica alcuni punti da tempo elencati nei discorsi di Papa Francesco e oggi chiama tolleranza zero verso i colpevoli.
Misericordia sì, ma fino a un certo punto, dunque. Come spiega monsignor Iannone, presidente del Pontificio coniglio per i testi legislativi "negli ultimi anni il rapporto di compenetrazione tra misericordia e giustizia, ha subito, in alcuni casi, un’erronea interpretazione: questo ha alimentato un clima di eccessiva rilassatezza nell’applicazione della legge penale".
Nel mirino anche i “furbetti”: un altro tema centrale è l’abuso di potere e i reati patrimoniali che da anni mettono la Chiesa in una posizione di imbarazzo. Severe punizioni, quindi, contro chi "sottrae beni ecclesiastici o impedisce che ne siano percepiti i frutti, o senza la prescritta consultazione, consenso o licenza, esegue su di essi un atto di amministrazione". In pratica, approfittare di una posizione di potere e abusare delle finanze della Chiesa sarà considerato più grave di prima: la pena in questo caso sarà l'annullamento parziale o totale della remunerazione ecclesiastica.
In ultimo, niente donne-prete: prevista la scomunica "sia colui che ha attentato il conferimento del sacro ordine ad una donna, sia la donna che ha attentato la recezione del sacro ordine".