Mafia, errore procedurale al processo: condanne annullate e imputati liberi
Malagiustizia/ Scarcerati imputati inizialmente condannati a pene molto pesanti, a causa della scadenza dei termini di custodia cautelare. Tornano tutti in libertà
La prima sezione della Corte d'assise d'appello di Palermo, presieduta da Mario Fontana, ha annullato le condanne di tutti gli imputati del processo Maredolce 2, giudicati col rito abbreviato. Per effetto di questo sono stati scarcerati imputati condannati a pene molto pesanti, a causa della scadenza dei termini di custodia cautelare.
Palermo, errore procedurale al processo per mafia
Tutto per un errore procedurale commesso in primo grado, quando il Gup non si era astenuto dal giudizio, pur avendo firmato, durante le indagini, decreti di proroga delle intercettazioni: cosa che secondo i difensori (tra i quali c'erano gli avvocati Antonio Turrisi, Tommaso De Lisi, Corrado Sinatra, Guido Galipò, Rita Maccagnano) lo aveva reso incompatibile.
Tornano liberi gli imputati
Le tesi dei legali sono state di recente confermate dalla Cassazione, in un caso gemello, e oggi i giudici di secondo grado hanno annullato le condanne inflitte a Vincenzo Vella, che aveva avuto 20 anni con la continuazione; al mafioso, poi pentito e successivamente uscito da qualsiasi programma di protezione, Giovanni Lucchese, nipote del superkiller Giuseppe e figlio di Antonino, altro mafioso: aveva avuto 17 anni; Giuseppe Caserta aveva preso 18 anni, Claudio D'Amore 17, Cosimo Geloso 16. I cinque sono tutti tornati liberi.