Sea Watch, Carola Rackete insiste: "Processare Salvini per istigazione a delinquere"
La richiesta è stata avanzata dal legale Alessandro Gamberini, gup si è riservata per decidere
Carola Rackete, ex campitana della Sea Watch, ha chiesto che l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, già rinviato a giudizio per diffamazione, sia processato anche per istigazione a delinquere. La richiesta è stata avanzata anche dal legale Alessandro Gamberini, avvocato della stessa capitana della Sea Watch3, che ha fatto riferimento ad ad alcune affermazioni pronunciate in una diretta Facebook e in una comizio del luglio 2019 dal leader della Lega. Qui Matteo Salvini l'aveva definita come una "sbruffoncella", "fuorilegge", "delinquente" o autrice di un atto "criminale".
Sea Watch, Carola Rackete insiste: "Processare Salvini per istigazione a delinquere"
Sulla questione, il gup di Milano Sara Cipolla si è riservata qualche giorno per decidere, rispetto all'opposizione all'archiviazione avanzata dalla difesa di Rackete che ritiene "le frasi, pronunciate dall'allora ministro oltre che leader politico, lesive e non certo un legittimo diritto di critica".
Di parere opposto la difesa di Salvini, rappresentata dall'avvocato Claudia Eccher. Quest'ultima, come ha riportato l'Adnkronos, ha consegnato una memoria per ribadire "il diritto di critica rispetto ad affermazioni prive di una efficacia istigatoria". Il giudice può decidere di archiviare, disporre nuove indagini o l'imputazione coatta per Salvini.
Draghi question time, immigrati : "Nessuno sarà abbandonato ma rimpatri più efficaci"
Intanto ieri, mercoledì 13 maggio, il premier Mario Draghi, a fronte dei nuovi sbarchi, durante il suo primo question time, ha parlato della questione migranti e ha detto: "Stiamo lavorando per una redistribuzione efficace dei migranti. Sull’accordo di Malta è in corso un fattivo dialogo con Francia e Germania per rivitalizzarlo. Il nostro obiettivo è attivare subito un meccanismo temporaneo di emergenza per il ricollocamento".
"A fronte di questa complessa e drammatica realtà politica, sull'immigrazione il governo vuole seguire una politica equilibrata efficace e umana, nessuno sarà lasciato solo in acque territoriali italiane, il rispetto dei diritti umani è una componente fondamentale nella politica migratoria. Ora è prioritario il contenimento della pressione migratoria nei mesi estivi con una collaborazione più intensa da Libia e Tunisia nel controllo delle frontiere".
"Il Governo italiano è impegnato: a promuovere le opportune iniziative bilaterali; a condurre un'azione da parte dell'Unione europea affinché le autorità libiche contrastino i traffici di armi e di esseri umani nel rispetto dei diritti umani. Una leva necessaria di governo dei flussi migratori è costituita, inoltre, dall'azione di rimpatrio dei migranti che non hanno titolo a rimanere sul nostro territorio, in mancanza dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale" ha concluso Draghi.
Migranti, parroco di Lampedusa: "Non c'è nessuna emergenza ma solo propaganda
A parlare della situazione anche Don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, che si sfoga all'Adnkronos asserendo che "non esiste nessuna emergenza migranti" e che il tutto è solo "propaganda". "Si ripete puntuale ogni anno", dice, riferendosi alla situazione legata agli sbarchi, "eppure ancora ci si ritrova impreparati, colti alla sprovvista da qualcosa che non si può chiamare emergenza a meno di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità".
"Ho visto uomini e donne molto provati, c'erano anche dei bambini. Tutti nei loro corpi portavano i segni della sofferenza", continua don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, che lunedì insieme ai volontari della parrocchia San Gelardo, ha portato acqua, succhi di frutta e coperte termiche ai migranti rimasti per ore sul molo Favaloro prima di essere trasferiti nell'hotspot di contrada Imbriacola. La struttura è al collasso dopo la raffica di arrivi che ha portato sulla più grande delle Pelagie oltre 2mila persone.
"Con l'arrivo del bel tempo le partenze aumentano - continua -, è un fenomeno che si ripete puntuale ogni anno, eppure ancora ci si ritrova impreparati, colti alla sprovvista da qualcosa che non si può chiamare emergenza a meno di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità".